Azione |
|
|
|
Carichi
variabili nei fabbricati per:
|
0,7 |
0,5 |
0,2 |
|
0,7 |
0,6 |
0,3 |
|
0,7 |
0,7 |
0,6 |
Vento,
neve |
0,7 |
0,2 |
0 |
Parte I
CEMENTO
ARMATO NORMALE E PRECOMPRESSO
SIMBOLOGIA
A -
Simboli
A |
area |
E |
modulo di
elasticità longitudinale |
F |
azioni in
generale (carichi e deformazioni imposte) |
G |
azioni
permanenti; modulo di elasticità tangenziale |
I |
momento di
inerzia |
L |
limite di
fatica |
M |
momento
flettente |
N |
forza normale;
numero di piegamenti nella prova di piegamento (per armature
di precompressione) |
Q |
azioni
variabili |
S |
effetto delle
azioni (sollecitazione agente) |
T |
momento
torcente; temperatura |
V |
forza di
taglio |
b
|
larghezza |
c
|
spessore (di
ricoprimento) |
d
|
diametro |
e
|
eccentricità |
f
|
resistenza di un
materiale |
g
|
carico
permanente ripartito; accelerazione di gravità |
h
|
altezza |
i
|
raggio di
inerzia |
j
|
numero di
giorni |
l
|
lunghezza di un
elemento; allungamento a rottura per acciaio da
c.a.p. |
m
|
momento
flettente per unità di lunghezza |
n |
forza normale
per unità di lunghezza; coefficiente di omogeneizzazione delle
armature; numero |
q |
carico variabile
ripartito |
r
|
raggio;
rilassamento |
s |
scarto
quadratico medio |
t
|
tempo; momento
torcente per unità di lunghezza |
u |
perimetro |
v |
forza di taglio
per unità di lunghezza o larghezza |
w |
apertura delle
fessure |
x
|
altezza
dell'asse neutro |
y |
altezza del
diagramma rettangolare delle tensioni normali |
z
|
braccio delle
forze interne |
|
coefficiente di
sicurezza ( per i materiali, per le azioni); peso specifico |
|
coefficiente di
variazione |
|
deformazione |
|
deformazione |
|
coefficiente di
attrito |
|
snellezza |
|
rapporto
geometrico di armatura |
|
tensione
normale |
|
tensione
tangenziale |
|
coefficiente di
deformazione viscosa |
|
coefficiente di
amplificazione dei carichi nel carico di punta; rapporto
meccanico di armatura |
|
diametro di una
barra o di un cavo sommatoria |
|
sommatoria |
B -
Indici
b |
aderenza |
c |
calcestruzzo |
d |
valore di
calcolo |
e
|
limite di
elasticità di un materiale; effettivo; efficace |
f
|
forze ed altre
azioni; flessione |
g |
carico
permanente |
i
|
iniziale |
h |
orizzontale |
k |
valore
caratteristico |
l
|
longitudinale |
m
|
valore medio;
materiale; momento flettente |
n
|
sforzo
normale |
p |
precompressione |
q
|
carico
variabile |
s
|
acciaio;
ritiro |
r
|
rilassamento;
fessurazione |
t
|
trazione;
torsione |
u |
ultimo (stato
limite) |
w
|
anima |
y
|
snervamento |
C-Simboli
speciali
come indice di un simbolo = valore asintotico
D-Simboli
frequenti
Calcestruzzo
fc
resistenza cilindrica a
compressione
Rc
resistenza cubica
Rcm
resistenza media cubica
fcm
resistenza media
cilindrica
Rck
resistenza caratteristica
cubica
fck resistenza
caratteristica cilindrica
fcd
resistenza di calcolo cilindrica =
fct
resistenza a trazione
fctk
resistenza caratteristica a
trazione
fctd resistenza di calcolo
a trazione =
Acciaio per
cemento armato
fy tensione di
snervamento
ft tensione di
rottura
fyk tensione caratteristica di
snervamento
ftk tensione caratteristica
di rottura
f(0,2) tensione allo 0,2% di
deformazione residua
f(0,2)k tensione
caratteristica allo 0,2% di deformazione residua
Acciaio per
precompressione
fpy tensione di
snervamento (barre)
fp(1) tensione all'1% di
deformazione sotto carico
fp(0,2)
tensione allo 0,2% di deformazione residua
fpt
tensione di rottura
fpyk tensione
caratteristica di snervamento (barre)
fp(1)k
tensione caratteristica all'1% di deformazione sotto
carico
fp(0,2)k tensione caratteristica allo
0,2% di deformazione residua
fptk
tensione caratteristica di rottura
Sezione
I
Prescrizioni generali e comuni
1. OGGETTO.
Formano oggetto delle presenti norme tutte le opere
di conglomerato cementizio armato normale e di conglomerato
cementizio armato precompresso, eccettuate quelle per le quali vige
una regolamentazione apposita a carattere particolare.
I dati
sulle azioni da considerare nei calcoli sono quelli contenuti nelle
norme "Criteri generali per la verifica della sicurezza delle
costruzioni e dei carichi e sovraccarichi" emanate ai sensi
dell'art. 1 della legge 2 febbraio1974, n. 64.
Nell'ambito di uno
stesso organismo strutturale non è consentito adottare regole
progettuali ed esecutive provenienti in parte dalla Sez. II e in
parte dalla Sez. III ovvero in parte derivanti dall'uso del metodo
delle tensioni ammissibili.
Le presenti norme non sono
applicabili ai calcestruzzi confezionati con aggregati leggeri. Tali
calcestruzzi possono essere impiegati purché venga garantita, con
adeguata documentazione teorica e sperimentale, una sicurezza non
inferiore a quella prevista dalle presenti norme.
2. MATERIALI E
PRODOTTI.
I materiali ed i prodotti debbono rispondere
ai requisiti indicati nell'Allegato 1.
Potranno inoltre essere
impiegati materiali e prodotti conformi ad una norma armonizzata o
ad un benestare tecnico europeo così come definiti nella Direttiva
89/106/CEE, ovvero conformi a specifiche nazionali dei Paesi della
Comunità europea, qualora dette specifiche garantiscano un livello
di sicurezza equivalente e tale da soddisfare i requisiti essenziali
della Direttiva 89/106/CEE. Tale equivalenza sarà accertata dal
Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale, sentito il
Consiglio superiore dei lavori pubblici.
2.1. Calcestruzzo.
Per quanto
applicabile e non in contrasto con le presenti norme si potrà fare
utile riferimento alla UNI 9858 (maggio 1991).
2.1.1. RESISTENZA A COMPRESSIONE
SEMPLICE.
Le presenti norme sono basate sulla resistenza a
compressione misurata su cubi di spigolo 15, 16 o 20 cm. La
resistenza a compressione del calcestruzzo verrà valutata secondo le
indicazioni dell'Allegato 2.
2.1.2. RESISTENZA A TRAZIONE SEMPLICE.
Il
valore medio della resistenza a trazione semplice (assiale) in mancanza di diretta sperimentazione può essere assunto pari
a:
fctm= 0,27 2ck
(N/mm2)
I valori
caratteristici corrispondenti ai frattili 5% e 95% possono assumersi
rispettivamente pari a 0,7 fctm ed 1,3
fctm.
Il valore medio della resistenza a
trazione per flessione si assume, in mancanza di sperimentazione
diretta, pari a:
fctm = 1,2
ftmc
2.1.3. MODULO ELASTICO.
Per modulo elastico
istantaneo, tangente all'origine, in mancanza di diretta
sperimentazione da eseguirsi secondo la norma UNI 6556 (marzo 1976),
si assume in sede di progetto il valore:
Ec= 5700 ck (N/mm2)
Tale
formula non è applicabile ai calcestruzzi maturati a vapore. Essa
non è da considerarsi vincolante nell'interpretazione dei controlli
sperimentali delle strutture.
2.1.4. COEFFICIENTE DI POISSON.
Per il
coefficiente di Poisson può adottarsi, a seconda dello stato di
sollecitazione, un valore compreso tra 0 e 0,2.
2.1.5. COEFFICIENTE DI DILATAZIONE
TERMICA.
In mancanza di una determinazione sperimentale
diretta il coefficiente di dilatazione termica del conglomerato può
assumersi pari a 10x10-6 °C-1.
2.1.6. RITIRO.
In mancanza di
sperimentazione diretta e quando non si ricorra ad additivi
speciali, si ammetteranno per il ritiro finale
cs (t, t0 ) i
seguenti valori:
a) Atmosfera con
umidità relativa di circa 75%
t0 |
20 cm |
60 cm |
1
7 giorni |
0,26
x 10 -3 |
0,21
x 10 -3 |
8
60 giorni |
0,23
x 10 -3 |
0,21
x 10 -3 |
>
60 giorni |
0,16
x 10 -3 |
0,21
x 10 -3 |
b) Atmosfera con
umidità relativa di circa 55%
t0 |
20 cm |
60 cm |
1
7 giorni |
0,43
x 10 -3 |
0,31
x 10 -3 |
8
60 giorni |
0,32
x 10 -3 |
0,30
x 10 -3 |
>
60 giorni |
0,19
x 10 -3 |
0,28
x 10 -3 |
in
cui:
t0 = età conglomerato a partire dalla quale si
considera l'effetto del ritiro;
= dimensione fittizia = ;
Ac = area della sezione
del conglomerato;
u = perimetro della sezione di
conglomerato a contatto con l'atmosfera.
Per valori intermedi si
interpolerà linearmente.
Per valutare la caduta di tensione nelle
armature da c.a.p. conseguente al ritiro del calcestruzzo si terrà
conto delle prescrizioni contenute al punto 4.3.4.8. a).
2.1.7. VISCOSITA'.
In mancanza di
sperimentazione diretta, per il coefficiente finale di viscosità è
(t, t0), di un conglomerato sottoposto ad una
tensione al più uguale a 0,3 Rckj al tempo
t0 = j di messa in carico, si
ammetteranno i seguenti valori:
a) Atmosfera con umidità relativa di circa 75%
t0 |
20 cm |
60 cm |
3
7 giorni |
2,7 |
2,1 |
8
60 giorni |
2,2 |
1,9 |
>
60 giorni |
1,4 |
1,7 |
b) Atmosfera con umidità relativa di circa 55%
t0 |
20 cm |
60 cm |
3
7 giorni |
3,8 |
2,9 |
8
60 giorni |
3,0 |
2,5 |
>
60 giorni |
1,7 |
2,0 |
Il
significato dei simboli è riportato al precedente punto
2.1.6.
Per i valori intermedi si interpolerà linearmente.
Per
valutare la caduta di tensione delle armature da c.a.p conseguente
alla viscosità del calcestruzzo, si terrà conto delle prescrizioni
contenute al punto 4.3.4.8. b).
2.1.8. DURABILITA'.
Al fine di garantire la
durabilità del conglomerato particolarmente in ambiente aggressivo,
così come in presenza di cicli di gelo e disgelo, è necessario
studiarne adeguatamente la composizione.
Si potrà anche fare
riferimento alla norma UNI 9858 (Maggio 1991) citata al punto
2.1.
2.2. Acciaio da cemento armato
normale.
L'uso di acciai forniti in rotoli è ammesso
per diametri Ø
14 mm.
Per diametri superiori ne è ammesso l'uso previa
autorizzazione del Servizio tecnico centrale, sentito il Consiglio
superiore dei lavori pubblici.
2.2.1. ACCERTAMENTO DELLE PROPRIETA'
MECCANICHE.
Per l'accertamento delle proprietà meccaniche
vale quanto indicato nelle EN 10002/1a (marzo 1990), UNI
564 (febbraio 1960) e UNI 6407 (marzo 1969), salvo indicazioni
contrarie o complementari.
Per acciai deformati a freddo, ivi
compresi i rotoli, le proprietà meccaniche si intendono determinate
su provette mantenute per 30 minuti a 250 °C e successivamente
raffreddate in aria.
In ogni caso, qualora lo snervamento non sia
chiaramente individuabile, si sostituisce
fy con f(0,2).
2.2.2. ACCIAI IN BARRE TONDE LISCE.
Le barre
di acciaio tonde lisce devono possedere le proprietà indicate nel
successivo prospetto 1-I.
PROSPETTO
1-I
Tipo
di acciaio |
Fe B
22 k |
Fe B
32 k |
Tensione caratteristica di
snervamento.........fyk
N/mm2 Tensione caratteristica di
rottura..................fyk
N/mm2 Allungamento..........................................
A5 % Piegamento a 180° su mandrino avente
diametro...........D |
215 335 24 2 Ø |
215 215 215 3 Ø |
Si devono usare barre
di diametro compreso tra 5 e 30 mm.
2.2.3. ACCIAI IN BARRE AD ADERENZA
MIGLIORATA.
Le barre di acciaio ad aderenza migliorata si
differenziano dalle barre lisce per la particolarità di forma atta
ad aumentare l'aderenza al conglomerato cementizio e sono
caratterizzate dal diametro Ø della barra tonda equipesante,
calcolato nell'ipotesi che la densità dell'acciaio sia pari a 7,85
kg/dm3.
Le barre ad aderenza migliorata devono avere
diametro:
5
Ø
30 mm per acciaio Fe B 38 k;
5
Ø
26 mm per acciaio Fe B 44 k, salvo quanto specificato al punto
2.2.7.
2.2.3.1. Caratteristiche meccaniche e
tecnologiche.
Gli acciai in barre ad aderenza
migliorata devono possedere le caratteristiche indicate nel
prospetto 2-I, valutando le tensioni di snervamento e di rottura
come grandezze caratteristiche secondo quanto indicato al punto
2.2.8.
La prova di piegamento e raddrizzamento si esegue alla
temperatura di 20 ± 5°C piegando la provetta a 90°, mantenendola poi
per 30 minuti in acqua bollente e procedendo, dopo raffreddamento in
aria, al parziale raddrizzamento per almeno 20°. Dopo la prova il
campione non deve presentare cricche.
PROSPETTO
2-I
(*) Il diametro Ø è
quello della barra tonda equipesante
Poiché
gli acciai, pur rispettando le limitazioni delle caratteristiche
indicate nel prospetto 2-II, possono presentare valori sensibilmente
diversi, per costruzioni in zona sismica, e, comunque, quando si
opera la ridistribuzione delle sollecitazioni di cui al punto 4.1.
il progettista deve dichiarare nella relazione sui materiali i
limiti dei rapporti
fy/fyk e
(ft/fy)medio posti
a base del calcolo e che dovranno essere soddisfatti dall'acciaio
impiegato.
I limiti precedentemente definiti saranno controllati
nello stabilimento di produzione e si riferiranno agli stessi
campioni di cui alle prove di qualificazione (Allegato n° 4, punto
1.1).
In tali limiti fy rappresenta il
singolo valore di snervamento, fyk il
valore nominale di riferimento ed ft il
singolo valore della tensione di rottura.
2.2.3.2. Prova di aderenza.
Le barre
ed i fili trafilati ad aderenza migliorata devono superare con esito
positivo le prove di aderenza secondo il metodo "Beam-test"
conformemente a quanto previsto nell'allegato 6; nell'allegato
stesso sono pure indicate le modalità di controllo del profilo da
eseguirsi in cantiere o in stabilimento.
2.2.4. FILI DI ACCIAIO TRAFILATO O LAMINATO A FREDDO
DI DIAMETRO COMPRESO FRA 5 E 12 MM.
L'acciaio per fili
deve rispondere alle proprietà indicate nel prospetto 3-I.
PROSPETTO 3-I
Tensione fyk, ovvero
f(0,2)k....................................N/mm2 |
390 |
Tensione caratteristica
ftk.......................................
N/mm2 |
440 |
Allungamento
A10..........................................................% |
8 |
Piegamento a 180° su mandrino avente diametro
D |
2
Ø |
Per la prova di
aderenza vale quanto precisato al precedente punto
2.2.3.2.
2.2.5. RETI E TRALICCI DI ACCIAIO
ELETTROSALDATI.
Le reti ed i tralicci devono avere fili
elementari di diametro Ø compreso tra 5 e 12 mm e devono rispondere
alle caratteristiche riportate nel prospetto 4-I.
PROSPETTO
4-I
Tensione fyk, ovvero
f(0,2)k...................................
N/mm2 |
390 |
Tensione caratteristica
ftk.......................................
N/mm2 |
440 |
Rapporto dei diametri dei fili dell’ordito |
0,60 |
Allungamento.A10..........................................................
% |
8 |
Rapporto ftk/
fyk
.............................................................. |
1,10 |
La
tensione di rottura, quella di snervamento e l'allungamento devono
essere determinati con prova di trazione su campione che comprenda
almeno uno dei nodi saldati.
Il trattamento termico di cui al
punto 2.2.1. non si applica per la determinazione delle proprietà
meccaniche di reti e tralicci di acciaio elettrosaldato.
Dovrà
inoltre essere controllata la resistenza al distacco offerta dalla
saldatura del nodo, determinata forzando con idoneo dispositivo il
filo trasversale nella direzione di quello maggiore posto in
trazione; tale resistenza dovrà risultare maggiore di:
0,3 x 400
x A0 [N]
Nella quale
A0 è l'area della sezione del filo di
diametro maggiore misurata in millimetri quadrati.
La distanza
assiale tra i fili elementari non deve superare 35 cm.
2.2.6. SALDATURE.
Gli acciai saldabili
saranno oggetto di apposita marchiatura depositata secondo quanto
indicato nel punto 2.2.9., che li differenzia dagli acciai non
saldabili.
Sono proibite le giunzioni mediante saldatura in opera
o fuori opera, nonché il fissaggio delle gabbie di armatura tramite
punti di saldatura per tutti i tipi di acciaio per i quali il
produttore non abbia garantito la saldabilità all'atto del deposito
di cui al punto 2.2.9.
Per tali acciai l'analisi chimica
effettuata su colata e l'eventuale analisi chimica di controllo
effettuata sul prodotto finito dovranno inoltre soddisfare le
limitazioni sotto riportate:
Massimo contenuto di elementi chimici in
% |
|
Analisi su prodotto |
Analisi di colata |
carbonio |
C |
0,24 |
0,22 |
fosforo |
P |
0,055 |
0,050 |
zolfo |
S |
0,055 |
0,050 |
azoto |
N |
0,013 |
0,012 |
Carbonio equivalente |
Ceq |
0,52 |
0,50 |
Il
calcolo del carbonio equivalente Ceq sarà
effettuato con la seguente formula:
Ceq = C + +
+
in cui i
simboli chimici denotano il contenuto degli elementi stessi espresso
in percentuale.
2.2.7. DEROGA ALLE LIMITAZIONI
DIMENSIONALI.
Le limitazioni riguardanti i massimi
diametri ammessi di cui al punto 2.2.3. non si applicano alle
armature ad aderenza migliorata destinate a strutture in
conglomerato cementizio armato di particolari caratteristiche e
dimostrate esigenze costruttive.
L'impiego di tali armature di
maggior diametro deve essere autorizzato dal Servizio tecnico
centrale del Ministero dei lavori pubblici, sentito il Consiglio
superiore dei lavori pubblici.
2.2.8 CONTROLLI SULLE ARMATURE.
2.2.8.1. Modalità di prelievo e metodi di
prova.
Il prelievo dei campioni e le prove saranno
effettuati secondo la norma UNI 6407-69, salvo quanto stabilito ai
punti 2.2.8.2., 2.2.8.3. per quanto riguarda la determinazione dei
valori caratteristici fyk o
f(0,2)k e
ftk.
2.2.8.2. Controlli in stabilimento.
I
produttori di barre lisce e ad aderenza migliorata, di fili
trafilati, di reti e di tralicci elettrosaldati debbono sottoporre
la loro produzione, presso i propri stabilimenti, a prove di
carattere statistico seguendo le prescrizioni sotto riportate.
In
tale caso i valori caratteristici fyk o
f(0,2)k e ftk.e,
per barre e fili ad aderenza migliorata l'indice di aderenza,
vengono determinati secondo le modalità indicate negli allegati 4, 5
e 6.
Ai produttori di acciai di cui al primo comma è fatto
obbligo di tenere depositato presso il Ministero dei lavori
pubblici, Servizio tecnico centrale, il catalogo aggiornato della
loro produzione contenente tutti i dati tecnici previsti dalle
presenti norme, ivi compresa l'eventuale saldabilità di cui al punto
2.2.6. Per la qualificazione della produzione i produttori devono
sottoporsi agli adempimenti qui di seguito specificati e produrre la
documentazione relativa al Ministero dei lavori pubblici, Servizio
tecnico centrale che notifica al produttore l'avvenuto deposito ed
accerta la validità e la rispondenza della documentazione stessa
anche attraverso sopralluoghi, rilasciando apposito attestato:
1)
Dimostrazione dell'idoneità del processo produttivo:
-il tipo di
prodotti (tipo, dimensioni, composizione chimica);
-le
condizioni generali della fabbricazione e dell'approvvigionamento
dell'acciaio e del prodotto intermedio (billette, vergella);
- la
descrizione degli impianti di produzione;
- l'organizzazione del
controllo interno di qualità con l'indicazione dei responsabili
aziendali;
- il Laboratorio Ufficiale responsabile delle prove di
controllo.
2) Controllo continuo interno di qualità della
produzione condotto su basi statistiche.
3) Verifica periodica
della qualità da parte dei Laboratori Ufficiali.
Ogni 6 mesi i
produttori di cui al primo comma sono tenuti inoltre ad inviare al
Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale, i seguenti
documenti:
a) una dichiarazione attestante la permanenza delle
condizioni iniziali di idoneità del processo produttivo e
dell'organizzazione del controllo interno di qualità o le eventuali
modifiche;
b) i risultati dei controlli interni eseguiti negli
ultimi 6 mesi, per ciascun tipo di prodotto, da cui risulti il
quantitativo di produzione, il numero delle prove e l'elaborazione
statistica delle tensioni di snervamento e di rottura;
c) i
risultati dei controlli eseguiti dal Laboratorio Ufficiale
(certificati e loro elaborazione) nello stesso periodo di cui al
punto b), per le prove meccaniche e chimiche;
d) il controllo
della rispondenza degli indici di aderenza di cui ai punti b) e c)
alle prescrizioni delle presenti norme;
e) la documentazione di
conformità statistica, secondo una metodologia che deve essere
dichiarata, delle tensioni di snervamento e di rottura di cui ai
punti b) e c) tra loro e con le prescrizioni contenute nelle
presenti norme tecniche.
Il mancato rispetto delle condizioni
sopra indicate, accertato anche attraverso sopralluoghi, può
comportare la decadenza della qualificazione.
Tutte le forniture
di acciaio debbono essere accompagnate da un certificato di
Laboratorio Ufficiale riferentesi al tipo di armatura di cui
trattasi e marchiate secondo quanto prescritto in 2.2.9. La data del
certificato deve essere non anteriore di 3 mesi a quella di
spedizione. Tale periodo può essere prolungato fino a 6 mesi qualora
il produttore abbia comunicato ufficialmente al Laboratorio
Ufficiale incaricato del controllo di avere sospeso la produzione,
nel qual caso il certificato dovrà essere accompagnato da copia di
detta comunicazione. Qualora la sospensione della produzione si
protragga per oltre 5 mesi, la procedura di qualificazione dovrà
essere ripresa ab initio.
2.2.8.3. Prodotti provenienti
dall'estero.
Gli adempimenti di cui al punto 2.2.8.2.
si applicano anche ai prodotti provenienti dall'estero.
Per i
prodotti provenienti da Paesi della Comunità economica europea nei
quali sia in vigore una certificazione di idoneità tecnica
riconosciuta dalle rispettive Autorità competenti, il produttore
potrà, in alternativa a quanto previsto al primo comma, inoltrare al
Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale domanda
intesa ad ottenere il trattamento all'equivalenza della procedura
adottata nel Paese di origine depositando contestualmente la
relativa documentazione per i prodotti da fornire con il
corrispondente marchio.
L'equivalenza della procedura di cui al
precedente comma è sancita con decreto del Ministero dei lavori
pubblici, sentito il Consiglio superiore dei lavori
pubblici.
2.2.8.4. Controlli in cantiere o nel luogo di
lavorazione delle barre.
I
controlli sono obbligatori e devono riferirsi agli stessi gruppi di
diametri contemplati nelle prove a carattere statistico di cui al
punto 2.2.8.2. e allegati 4 e 5 in ragione di 3 spezzoni, marchiati,
di uno stesso diametro, scelto entro ciascun gruppo di diametri per
ciascuna partita prescelta, sempreché il marchio e la documentazione
di accompagnamento dimostrino la provenienza del materiale da uno
stesso stabilimento. In caso contrario i controlli devono essere
estesi agli altri diametri della partita. Le prove si effettuano
presso un Laboratorio Ufficiale e riguardano la resistenza e la
duttilità. I valori caratteristici delle grandezze
fy o f(0,2) e
ft si valutano detraendo dalla media dei
corrispondenti valori, riferiti ad uno stesso diametro,
rispettivamente 10 N/mm2 per fy
o f(0,2) e 20 N/mm2per
ft.
Qualora il risultato non sia conforme a
quello dichiarato dal produttore, il direttore dei lavori disporrà
la ripetizione della prova su sei ulteriori campioni dello stesso
diametro; in tal caso dalle medie dei nove valori si detraggono
rispettivamente 20 N/mm2 per fy
o f(0,2) e 30 N/mm2.
Ove
anche da tale accertamento i limiti dichiarati non risultino
rispettati, il controllo deve estendersi, previo avviso al
produttore, a 25 campioni, applicando ai dati ottenuti la formula
generale valida per controlli in stabilimento (Cfr. Allegati 4 e
5).
L'ulteriore risultato negativo comporta l'inidoneità della
partita e la trasmissione dei risultati al produttore, che sarà
tenuto a farli inserire tra i risultati dei controlli statistici
della sua produzione. Analoghe norme si applicano ai controlli di
duttilità, aderenza e distacco al nodo saldato: un singolo risultato
negativo sul primo prelievo comporta l'esame di sei nuovi spezzoni
dello stesso diametro, un ulteriore singolo risultato negativo
comporta l'inidoneità della partita.
Inoltre il direttore dei
lavori dovrà comunicare il risultato anomalo sia al Laboratorio
Ufficiale incaricato del controllo in stabilimento che al Ministero
dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale.
I certificati
relativi alle prove meccaniche degli acciai devono riportare
l'indicazione del marchio identificativo di cui al successivo punto
2.2.9., rilevato a cura del Laboratorio incaricato dei controlli,
sui campioni da sottoporre a prove. Ove i campioni fossero
sprovvisti di tale marchio, oppure il marchio non dovesse rientrare
fra quelli depositati presso il Ministero dei lavori pubblici,
Servizio tecnico centrale, dovrà essere riportata specifica
annotazione sul certificato di prova.
2.2.8.5. Tolleranze.
Nei calcoli statici
si adottano di norma le sezioni nominali. Le sezioni effettive non
devono risultare inferiori al 98% di quelle nominali.
Qualora le
sezioni effettive risultassero inferiori a tale limite, nei calcoli
statici si adotteranno le sezioni effettive. Per barre ad aderenza
migliorata non è comunque ammesso superare le tolleranze indicate
nel prospetto 5-I.
PROSPETTO
5-I
Diametro nominale, mm |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
12 |
14 |
16 |
18 |
20 |
Tolleranza in % sulla sezione ammessa per
l'impiego |
± 10 |
± 10 |
± 9 |
± 8 |
± 8 |
± 8 |
±8 |
± 6 |
± 6 |
± 6 |
± 6 |
Diametro nominale, mm |
22 |
24 |
25 |
26 |
28 |
30 |
- |
- |
- |
- |
- |
Tolleranza in % sulla sezione ammessa per
l'impiego |
±5 |
±5 |
±5 |
±5 |
±5 |
±5 |
- |
- |
- |
- |
- |
Nell'elaborazione dei risultati sperimentali ottenuti in
laboratorio si opera comunque sulle sezioni effettive delle barre
lisce e sulle sezioni delle barre equipesanti per barre e fili
trafilati ad aderenza migliorata.
Per i fili di acciaio trafilati
e per i fili delle reti e dei tralicci la tolleranza sulle sezioni
ammesse per l'impiego è di ± 4% per tutti i diametri.
2.2.9. MARCHIATURA PER
IDENTIFICAZIONE.
Tutti i produttori di barre lisce o ad
aderenza migliorata, di fili, di reti e di tralicci devono procedere
ad una marchiatura del prodotto fornito, dalla quale risulti, in
modo inequivocabile, il riferimento all'Azienda produttrice, allo
Stabilimento, al tipo di acciaio ed alla sua eventuale
saldabilità.
A tali produttori è fatto obbligo di depositare il
"marchio" (nervatura e marchiatura) presso il Ministero dei lavori
pubblici, Servizio tecnico centrale.
2.3. Acciaio da cemento armato
precompresso.
2.3.1. GENERALITÀ.
Le
prescrizioni seguenti si riferiscono agli acciai per armature da
precompressione forniti sotto forma di:
Filo: prodotto
trafilato di sezione piena che possa fornirsi in
rotoli;
Barra: prodotto laminato di sezione piena che
possa fornirsi soltanto in forma di elementi
rettilinei;
Treccia: gruppi di 2 e 3 fili avvolti ad elica
intorno al loro comune asse longitudinale; passo e senso di
avvolgimento dell'elica sono eguali per tutti i fili della
treccia;
Trefolo: gruppi di fili avvolti ad elica in uno o
più strati intorno ad un filo rettilineo disposto secondo l'asse
longitudinale dell'insieme e completamente ricoperto dagli strati.
Il passo ed il senso di avvolgimento dell'elica sono eguali per
tutti i fili di uno stesso strato.
I fili possono essere lisci,
ondulati, con impronte, tondi o di altre forme; vengono individuati
mediante il diametro nominale o il diametro nominale equivalente
riferito alla sezione circolare equipesante. Non è consentito l'uso
di fili lisci nelle strutture precompresse ad armature
pre-tese.
Le barre possono essere lisce, a filettatura continua o
parziale, con risalti; vengono individuate mediante il diametro
nominale.
2.3.2. COMPOSIZIONE CHIMICA.
Il produttore
deve controllare la composizione chimica e la struttura
metallografica al fine di garantire le proprietà meccaniche
prescritte.
2.3.3. GRANDEZZE GEOMETRICHE E MECCANICHE.
CONTROLLI.
Le grandezze qui di seguito elencate: Ø,
A, fptk,
fpyk, fp(0,2)k,
fp (1)k, l, Ep,
N, (180°) ed eventualmente L e r debbono fare
oggetto di garanzia da parte del produttore ed i corrispondenti
valori garantiti figurare nel catalogo del produttore stesso.
Il
controllo sarà eseguito secondo le modalità e le prescrizioni
indicate nei punti successivi e nell'Allegato 3.
Pertanto i
valori delle grandezze:
- Ø, A,
Ep saranno confrontati con quelli che
derivano dall'applicazione, ai valori nominali, delle tolleranze
prescritte rispettivamente ai punti 3.1 e 3.6 dell'Allegato 3;
-
fptk, fpyk,
fp(0,2)k, fp (1)k,
ottenuti applicando ai valori singoli di
fpt, fpyk,
fp(0,2)k ,
fp(1) le formule
di cui ai punti 1. e 2. dell'Allegato 3, saranno confrontati con i
corrispondenti valori garantiti che figurano nel catalogo del
produttore;
- l, N, (180°) saranno confrontati con quelli prescritti
rispettivamente ai punti 3.3, 3.8 e 3.9 dell'Allegato 3;
-
L e r saranno confrontati con i valori che,
eventualmente, figurano nel catalogo del produttore.
Si prenderà
inoltre in considerazione la forma del diagramma sforzi
deformazioni.
Le presenti norme prevedono due forme di
controllo:
- controlli obbligatori nello stabilimento di
produzione;
- controlli facoltativi in cantiere o nel luogo di
formatura dei cavi.
I controlli eseguiti in stabilimento si
riferiscono a lotti di fabbricazione. I controlli eseguiti in
cantiere si riferiscono a lotti di spedizione.
Lotti di
spedizione: lotti al massimo di 30 t, spediti in un'unica volta,
costituiti da prodotti aventi grandezze nominali omogenee
(dimensionali, meccaniche, di formazione).
Lotti di
fabbricazione: si riferiscono a produzione continua, ordinata
cronologicamente mediante apposizione di contrassegni al prodotto
finito (numero di rotolo finito, della bobina di trefolo e del
fascio di barre). Un lotto di fabbricazione deve avere grandezze
nominali omogenee (dimensionali, meccaniche, di formazione) ed
essere compreso tra 30 e 100 tonnellate.
Il produttore dovrà
accompagnare tutte le spedizioni con un proprio certificato di
controllo riferentesi ad un numero di prove almeno pari a quello
indicato nella colonna 4 della tabella 1 dell'Allegato 3.
Ai
produttori di acciaio per c.a.p. è fatto obbligo di tenere
depositato presso il Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale, il catalogo aggiornato della produzione, contenente tutti
i dati tecnici secondo le prescrizioni delle presenti norme.
Per
la qualificazione della produzione i produttori devono sottoporsi
agli adempimenti qui di seguito specificati e produrre la
documentazione relativa al Ministero dei lavori pubblici, Servizio
tecnico centrale, che notifica al produttore l'avvenuto deposito ed
accerta la validità e la rispondenza della documentazione stessa
anche attraverso sopralluoghi, rilasciando apposito attestato:
1)
Dimostrazione dell'idoneità del processo produttivo:
- il tipo di
prodotti (tipo, dimensioni, composizione chimica);
- le
condizioni generali della fabbricazione e dell'approvvigionamento
dell'acciaio e del prodotto intermedio (billette, vergella);
- la
descrizione degli impianti di produzione;
- l'organizzazione del
controllo interno di qualità con l'indicazione dei responsabili
aziendali;
- il Laboratorio Ufficiale responsabile delle prove di
controllo;
2) Controllo continuo interno di qualità della
produzione condotto su basi statistiche;
3) Verifica periodica
della qualità da parte dei Laboratori Ufficiali.
Ogni 6 mesi i
produttori sono tenuti inoltre ad inviare al Ministero dei lavori
pubblici, Servizio tecnico centrale, i seguenti documenti:
a) una
dichiarazione attestante la permanenza delle condizioni iniziali di
idoneità del processo produttivo e dell'organizzazione del controllo
interno di qualità o le eventuali modifiche;
b) i risultati dei
controlli interni eseguiti negli ultimi 6 mesi, per ciascun tipo di
prodotto, da cui risulti il quantitativo di produzione, il numero
delle prove e l'elaborazione statistica delle tensioni limite e di
rottura;
c) i risultati dei controlli eseguiti dal Laboratorio
Ufficiale (certificati e loro elaborazione) nello stesso periodo di
cui al punto b), per le prove meccaniche e chimiche;
d) la
documentazione di conformità statistica, secondo una metodologia che
deve essere dichiarata, delle tensioni limite e di rottura di cui ai
punti b) e c) tra loro e con le prescrizioni contenute nelle
presenti norme tecniche;
e) il controllo della rispondenza delle
verifiche di rilassamento e di fatica, qualora per tali grandezze
sia stata richiesta la qualificazione, di cui ai punti b) e c) alle
prescrizioni delle presenti norme.
Il mancato rispetto delle
condizioni sopra indicate, accertato anche attraverso sopralluoghi,
può comportare la decadenza della qualificazione.
2.3.3.1. Controlli in stabilimento.
I
produttori di acciai per armature da precompressione debbono
sottoporre la loro produzione, presso i propri stabilimenti, a prove
a carattere statistico, seguendo le prescrizioni di cui al punto
2.3.3.
I produttori dovranno contrassegnare cronologicamente la
loro produzione numerando i lotti di fabbricazione. Per ciascun
lotto saranno tenuti ad eseguire presso lo stabilimento di
produzione controlli continuativi geometrici e meccanici dei quali
riporteranno i risultati in appositi registri.
Tutte le forniture
di acciaio debbono essere accompagnate da un certificato di un
Laboratorio Ufficiale riferentesi al tipo di armatura di cui
trattasi e munite di un sigillo sulle legature con il marchio del
produttore, secondo quanto indicato al punto 2.3.5. La data del
certificato deve essere non anteriore di 3 mesi alla data di
spedizione. Limitatamente alla resistenza a fatica e al rilassamento
il certificato è utilizzabile se ha data non anteriore di un anno
alla data di spedizione.
Tale periodo può essere prolungato fino
a 6 mesi qualora il produttore abbia comunicato ufficialmente al
laboratorio incaricato del controllo di avere sospeso la produzione;
nel qual caso il certificato dovrà essere accompagnato da copia di
detta comunicazione.
Qualora la sospensione della produzione si
prolunghi per oltre 5 mesi, la procedura di qualificazione dovrà
essere ripresa ab initio.
Il certificato può essere utilizzato
senza limitazione di tempo per i lotti cui si riferiscono le prove
citate nel certificato stesso.
2.3.3.2. Controlli in cantiere o nel luogo di
formazione dei cavi.
Il direttore dei lavori in
cantiere o il tecnico responsabile dell'officina di formazione dei
cavi, che assume a tale riguardo le responsabilità attribuite dalla
legge al direttore dei lavori, deve controllare che si possano
individuare in modo incontrovertibile l'origine e le caratteristiche
del materiale. E' inoltre responsabilità del tecnico responsabile
dell'officina di formazione dei cavi di documentare al direttore dei
lavori la provenienza e le caratteristiche ed il marchio del
materiale stesso.
Qualora il direttore dei lavori o il tecnico
responsabile dell'officina di formazione dei cavi ritenesse di
ricontrollare forniture di acciai che rispondano ai requisiti di cui
sopra, valgono le seguenti norme.
Effettuato un prelievo, in
cantiere o nel luogo di formazione dei cavi, di dieci saggi
provenienti da una stessa fornitura ed appartenenti ad una stessa
categoria si determinano, mediante prove effettuate presso un
Laboratorio Ufficiale, i corrispondenti valori medi
gmn di fpt,
fpy, fp(0,2),
fp(1) ed i
relativi scarti quadratici medi sn e si controllano inoltre le
grandezze Ø, A, N, l,
Ep, (180°).
I risultati delle prove vengono considerati
compatibili con quelli ottenuti in stabilimento se le grandezze Ø,
A, N, l, Ep, (180°) rispettano le prescrizioni di cui all'Allegato 3,
punto 3. e se:
- per le tensioni di rottura
fpt:
gmn 1,03 fptk
sn 0,05 fptk
.- per le grandezza
fpy, fp(0,2),
fp(1) :
gmn 1,04
sn
0,07
nelle
quali i valori caratteristici sono quelli garantiti che figurano nel
catalogo del produttore.
Se tali diseguaglianze non sono
verificate, o se non sono rispettate le prescrizioni di cui
all'Allegato 3 si ripeteranno, previo avviso al produttore, le prove
su altri 10 saggi.
L'ulteriore risultato negativo comporta
l'inidoneità della partita e la trasmissione dei risultati al
produttore, che sarà tenuto a farli inserire tra i risultati dei
controlli statistici della sua produzione.
Inoltre il direttore
dei lavori dovrà comunicare il risultato anomalo sia al Laboratorio
Ufficiale incaricato del controllo in stabilimento che al Ministero
dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale.
I certificati
relativi alle prove (meccaniche) degli acciai devono riportare
l'indicazione del marchio identificativo di cui al successivo punto
2.3.5., relativo a cura del Laboratorio incaricato dei controlli,
sui campioni da sottoporre a prove. Ove i campioni fossero
sprovvisti di tale marchio, oppure il marchio non dovesse rientrare
fra quelli depositati presso il Ministero dei lavori pubblici,
Servizio tecnico centrale, dovrà essere riportata specifica
annotazione sul certificato di prova.
2.3.3.3. Prodotti provenienti
dall'estero.
Gli adempimenti di cui ai punti 2.3.3.1.
e 2.3.3.2. si applicano anche ai prodotti provenienti
dall'estero.
Per i prodotti provenienti da Paesi della Comunità
economica europea nei quali sia in vigore una certificazione di
idoneità tecnica riconosciuta dalle rispettive Autorità competenti,
il produttore potrà, in alternativa a quanto previsto al primo
comma, inoltrare al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale, domanda intesa ad ottenere il riconoscimento
dell'equivalenza della procedura adottata nel Paese di origine,
depositando contestualmente la relativa documentazione per i
prodotti da fornire con il corrispondente marchio.
L'equivalenza
della procedura di cui al precedente comma è sancita con decreto del
Ministero dei lavori pubblici, sentito il Consiglio superiore dei
lavori pubblici.
2.3.4. REQUISITI.
Gli acciai possono essere
forniti in rotoli (fili, trecce, trefoli), in bobine (trefoli), in
fasci (barre).
I fili debbono essere forniti in rotoli di
diametro tale che, all'atto dello svolgimento, allungati al suolo su
un tratto di 10 m non presentino curvatura con freccia superiore a
400 mm; il produttore deve indicare il diametro minimo di
avvolgimento.
Ciascun rotolo di filo liscio, ondulato o con
impronte dovrà essere esente da saldature.
Sono ammesse le
saldature di fili destinati alla fabbricazione di trecce e di
trefoli se effettuate prima della trafilatura; per trefoli sono
ammesse saldature anche durante l'operazione di cordatura purché
tali saldature siano opportunamente distanziate e
sfalsate.
2.3.4.1. Condizioni degli acciai all'atto della posa
in opera.
All'atto della posa in opera gli acciai
devono presentarsi privi di ossidazione, corrosione, difetti
superficiali visibili, pieghe.
È tollerata un'ossidazione che
scompaia totalmente mediante sfregamento con un panno
asciutto.
Non è ammessa in cantiere alcuna operazione di
raddrizzamento.
2.3.4.2. Prelievo dei saggi.
I saggi
destinati ai controlli non debbono essere avvolti con diametro
inferiore a quello della bobina o rotolo di provenienza.
I saggi
debbono essere prelevati con le lunghezze richieste dal Laboratorio
Ufficiale di destinazione ed in numero sufficiente per eseguire
eventuali prove di controllo successive.
I saggi debbono essere
adeguatamente protetti nel trasporto.
2.3.5. MARCHIATURA PER
IDENTIFICAZIONE.
Tutti i produttori di acciaio per
armatura da precompressione debbono munire le loro forniture di un
sigillo nelle legature contenente il marchio del produttore da cui
risulti, in modo inequivocabile, il riferimento all'Azienda
produttrice, allo Stabilimento, alle caratteristiche
dell'acciaio.
A tali produttori è fatto obbligo di depositare il
"marchio" presso il Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale.
2.3.6. CADUTE DI TENSIONE PER
RILASSAMENTO.
In assenza di dati sperimentali afferenti al
lotto considerato, la caduta di tensione per rilassamento a tempo
infinito ad una temperatura di 20 °C e per una tensione iniziale
spi =0,75 fptk
può assumersi pari ai seguenti valori:
Si
ammette che, al variare della tensione iniziale, la caduta per
rilassamento vari con legge parabolica e che il relativo diagramma,
tracciato in funzione di spi, abbia ordinata nulla e tangente
orizzontale per spi = 0,5
fptk.
La caduta a tempo infinito
può altresì valutarsi partendo dalla media delle cadute misurate su
almeno due campioni sottoposti a prove di rilassamento a 120 ore,
applicando l'espressione:
= 3
+ 0,03 (spi - 0,5
fptk)
(valida
per spi 0,5 fptk )
Si opererà di regola
con:
spi = 0,75
fptk
e, in
mancanza di più precisi dati sperimentali, si ammetterà che la
caduta vari in funzione di spi con la suddetta legge parabolica. Partendo
dai risultati di prova a 120 ore non possono comunque assumersi
cadute inferiori alla metà di quelle indicate nel precedente
capoverso.
Per le barre si rispetterà comunque il limite spi 0,85
fpyk
Qualora si disponga di prove a
lunga durata, la caduta per rilassamento a tempo infinito
=
+ C (
- )
dove e
sono rispettivamente le cadute per rilassamento di catalogo per 1000
ore e per tempo t ³ 2000 ore; C è un coefficiente dato
dalla seguente tabella:
t in ore |
C |
2.000 |
9 |
5.000 |
3 |
10.000 |
1,5 |
Per
tenere conto dell'influenza del valore della tensione iniziale si
potrà sia operare per spi = 0,75 fptk
ed adottare la legge di variazione parabolica sopra indicata,
sia operare sulle tre tensioni 0,55 fptk,
0,65 fptk, 0,75
fptk e dedurne una legge di variazione
sperimentale.
Il rilassamento di armature che subiscono un ciclo
termico dopo la messa in tensione è opportuno venga valutato
sperimentalmente.
3.
COLLAUDO STATICO.
3.1. Prescrizioni generali.
Il
collaudo di cui all'art. 7 della legge 5-11-1971, n. 1086, oltre al
controllo del corretto adempimento delle prescrizioni formali di cui
agli artt. 4, 6 e 9 della medesima legge, nonché dell'art. 5 ove il
collaudo sia stato affidato in corso d'opera, dovrà comprendere i
seguenti adempimenti tecnici:
a) ispezione generale dell'opera
nel suo complesso con particolare riguardo a quelle strutture o
parti di strutture più significative da confrontare con i disegni
esecutivi depositati in cantiere;
b) esame dei certificati delle
prove sui materiali, articolato:
- nell'accertamento del numero
dei prelievi effettuati e della sua conformità al presente decreto a
quanto fissato dagli allegati dello stesso;
- nel controllo che i
risultati elaborati delle prove siano compatibili con i criteri di
accettazione fissati nei sopracitati allegati;
c) esame dei
certificati di cui ai punti 2.2.8.2. e 2.3.3.1.;
d) controllo dei
verbali delle eventuali prove di carico fatte eseguire dal direttore
dei lavori;
e) esame dell'impostazione generale della
progettazione strutturale, degli schemi di calcolo e delle azioni
considerate.
Inoltre, nell'ambito della propria discrezionalità,
il collaudatore potrà richiedere:
A) di effettuare quegli
accertamenti utili per formarsi il convincimento della sicurezza
dell'opera, quali:
- prove di carico da eseguirsi secondo le
modalità previste nel successivo punto 3.2.;
- saggi diretti sui
conglomerati con prelievi di campioni e controllo delle
armature;
- controlli non distruttivi sulle strutture;
B)
documentazioni integrative di progetto.
3.2. Prove di carico.
Le prove di
carico, ove ritenute necessarie dal collaudatore, rispetteranno le
modalità sottoindicate, e non potranno avere luogo prima che sia
stata raggiunta la resistenza che caratterizza la classe di
conglomerato prevista e, in mancanza di precisi accertamenti al
riguardo, non prima di 28 giorni dalla ultimazione del getto.
Il
programma delle prove deve essere sottoposto al direttore dei lavori
ed al progettista e reso noto al costruttore.
Le prove di carico
si devono svolgere con le modalità indicate dal collaudatore che se
ne assume la piena responsabilità, mentre, per quanto riguarda la
loro materiale attuazione e in particolare per le eventuali
puntellazioni precauzionali, è responsabile il direttore dei
lavori.
I carichi di prova devono essere, di regola, tali da
indurre le sollecitazioni massime di esercizio per combinazioni
rare. In relazione al tipo della struttura ed alla natura dei
carichi le prove devono essere convenientemente protratte nel
tempo.
L'esito della prova potrà essere valutato sulla base dei
seguenti elementi:
- le deformazioni si accrescano all'incirca
proporzionalmente ai carichi;
- nel corso della prova non si
siano prodotte lesioni, dissesti o deformazioni che compromettano la
sicurezza o la conservazione dell'opera;
- la deformazione
residua dopo la prima applicazione del carico massimo non superi una
quota parte di quella totale commisurata ai prevedibili assestamenti
iniziali di tipo anelastico della struttura oggetto della prova. Nel
caso invece che tale limite venga superato, prove di carico
successive accertino che la struttura tenda ad un comportamento
elastico;
- la deformazione elastica risulti non maggiore di
quella calcolata.
Nel calcolo si terrà conto di quanto indicato
al punto 2.1.3. e della eventuale presenza di microfessurazioni del
calcestruzzo.
Quando le opere siano ultimate prima della nomina
del collaudatore, le prove di carico possono essere eseguite dal
direttore dei lavori, che ne redige verbale sottoscrivendolo assieme
al costruttore. È facoltà del collaudatore controllare, far ripetere
ed integrare le prove precedentemente eseguite.
Parte
II
ACCIAIO
SIMBOLOGIA
A -
Simboli
A |
area |
E |
modulo
di elasticità longitudinale |
F |
azioni
in generale |
G |
azioni
permanenti; modulo di elasticità tangenziale |
I |
momento di inerzia |
M |
momento flettente |
N |
forza
normale |
Q |
azioni
variabili |
S |
effetto delle azioni (sollecitazione
agente) |
T |
momento torcente; temperatura |
V |
forza
di taglio |
W |
modulo
di resistenza |
a |
distanza, dimensione geometrica, larghezza della
sezione di gola dei cordoni di saldatura |
d |
diametro |
e |
eccentricità |
f |
resistenza di un materiale |
h |
altezza |
i |
raggio
di inerzia |
l |
lunghezza di un elemento |
p |
passo;
interasse dei chiodi e dei bulloni |
r |
raggio |
s |
scarto
quadratico medio |
t |
spessore |
v |
spostamento verticale |
|
coefficiente di dilatazione lineare
termica |
|
coefficiente caratteristico di vincolo |
|
coefficiente di sicurezza nel metodo degli stati limite
ultimi ( per i materiali, per le azioni); peso specifico |
|
coefficiente di variazione |
e |
dilatazione |
|
coefficiente di attrito |
n |
coefficiente di Poisson |
|
snellezza |
|
tensione normale |
|
tensione tangenziale |
|
coefficiente di amplificazione dei carichi nel carico
di punta |
S |
sommatoria |
B -
Indici
b
|
bullone;
chiodo |
c |
compressione |
d
|
valore di
calcolo |
f
|
attrito |
g
|
carico
permanente |
k
|
valore
caratteristico |
l
|
longitudinale;
lineare |
m
|
valore medio;
materiale; momento flettente |
n
|
sforzo
normale |
p
|
puntuale |
q
|
carico
variabile |
t
|
trazione;
torsione; rottura |
u |
ultimo (stato
limite) |
w
|
anima |
e |
deformazione |
g |
snervamento |
C -
Indici speciali
id
|
ideale |
red |
ridotto |
res |
resistente |
rif |
rifollamento |
^ |
ortogonale |
¦ |
parallelo |
D -
Simboli ricorrenti
|
componenti di
tensione nel riferimento principale |
|
|
|
componenti di
tensione nel riferimento generico |
|
tensione normale
e tangenziale nei chiodi e nei bulloni |
|
tensione
ideale |
|
tensione massima
sopportabile da aste compresse in campo
elasto-plastico |
|
tensione di
rifollamento |
¦ , ¦ |
componenti di
tensione nel riferimento convenzionale riferito al giunto
saldato allungamento percentuale a rottura |
fd |
resistenza di
calcolo |
fy |
tensione di
snervamento |
ft |
tensione di
rottura |
Ares |
area
resistente |
Ff |
forza
trasmissibile per attrito |
Ff,rid |
forza
trasmissibile per attrito ridotta |
Nb |
forza normale di
trazione nel gambo delle viti |
Sezione
I
Prescrizioni generali e comuni
1. OGGETTO.
Formano oggetto delle
presenti norme le costruzioni di acciaio relative ad opere di
ingegneria civile, eccettuate quelle per le quali vige una
regolamentazione apposita a carattere particolare.
I dati sulle
azioni da considerare nei calcoli sono quelli di cui alle norme
tecniche "Criteri generali per la verifica di sicurezza delle
costruzioni e dei carichi e sovraccarichi", emanate in applicazione
dell'art. 1 della legge 2 febbraio 1974, n. 64.
Nell'ambito di
una stessa struttura non è consentito adottare regole progettuali ed
esecutive provenienti parte dalla sez. II e parte dalla sez. III
ovvero in parte derivante dall'uso del metodo delle tensioni
ammissibili.
Nella progettazione si possono adottare metodi di
verifica e regole di dimensionamento diversi da quelli contenuti
nelle presenti norme tecniche (Sez. II o Sez. III) purché fondati su
ipotesi teoriche e risultati sperimentali scientificamente
comprovati e purché venga conseguita una sicurezza non inferiore a
quella qui prescritta.
Nella progettazione si possono adottare i
metodi di calcolo indicati nella CNR 10011-86 "Costruzioni di
acciaio - Istruzioni per il calcolo, l'esecuzione, il collaudo e la
manutenzione" (Bollettino Ufficiale CNR - XXVI - n. 164 -
1992).
2. MATERIALI E PRODOTTI.
2.0. Generalità
Le presenti norme
prevedono l'impiego degli acciai denominati Fe 360, Fe 430, Fe 510
dei quali, ai punti successivi, vengono precisate le
caratteristiche.
È consentito l'impiego di tipi di acciaio
diversi da quelli previsti purché venga garantita alla costruzione,
con adeguata documentazione teorica e sperimentale, una sicurezza
non minore di quella prevista dalle presenti norme.
Per
l'accertamento delle caratteristiche meccaniche indicate nel
seguito, il prelievo dei saggi, la posizione nel pezzo da cui essi
devono essere prelevati, la preparazione delle provette e le
modalità di prova saranno rispondenti alle prescrizioni delle norme
UNI EU 18 (dicembre 1980), UNI 552 (ottobre 1986), UNI EN
10002/1a (gennaio 1992), UNI EN 10025 (febbraio
1992).
Le presenti norme non riguardano gli elementi di lamiera
grecata ed i profilati formati a freddo, ivi compresi i profilati
cavi saldati non sottoposti a successive deformazioni o trattamenti
termici; valgono, tuttavia, per essi, i criteri e le modalità di
controllo riportati nell'Allegato 8, relativamente alle lamiere o
nastri d'origine. Per essi si possono adottare i metodi di calcolo
indicati nella norma CNR 10022-84 "Profilati d'acciaio formati a
freddo - Istruzioni per l'impiego nelle costruzioni" (Bollettino
Ufficiale C.N.R. - XXII - n. 126 - 1988) oppure altri metodi fondati
su ipotesi teoriche e risultati sperimentali chiaramente
comprovati.
Potranno inoltre essere impiegati materiali e
prodotti conformi ad una norma armonizzata o ad un benestare tecnico
europeo così come definiti nella Direttiva 89/106/CEE, ovvero
conformi a specifiche nazionali dei Paesi della Comunità europea,
qualora dette specifiche garantiscano un livello di sicurezza
equivalente e tale da soddisfare i requisiti essenziali della
Direttiva 89/106/CEE. Tale equivalenza sarà accertata dal Ministero
dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale, sentito il Consiglio
superiore dei lavori pubblici.
2.1. Acciaio laminato.
Gli acciai di uso
generale laminati a caldo, in profilati, barre, larghi piatti,
lamiere e profilati cavi (anche tubi saldati provenienti da nastro
laminato a caldo), dovranno appartenere a uno dei seguenti
tipi:
Fe
360
Fe 430
Fe 510
aventi le
caratteristiche meccaniche indicate al punto 2.1.1.
Gli acciai
destinati alle strutture saldate dovranno anche corrispondere alle
prescrizioni del punto 2.3.
2.1.1. CARATTERISTICHE MECCANICHE.
I valori
di ¦ t e ¦ y indicati nei
prospetti 1-II e 2-II sono da intendersi come valori caratteristici,
con frattile di ordine 0,05 (vedasi Allegato 8).
2.1.1.1. Profilati, barre, larghi piatti,
lamiere.
PROSPETTO
1-II
(1)
Rientrano in questi tipi di acciai, oltre agli acciai Fe 360, Fe 430
ed Fe 510 nei gradi B, C, D e DD della UNI EN 10025 (febbraio 1992),
anche altri tipi di acciai purché rispondenti alle caratteristiche
indicate in questo prospetto.
(2) Per spessori maggiori di 3 mm
fino a 100 mm.
(3) Per spessore maggiori di 3 mm fino a 100
mm.
(4) Per spessori maggiori di 3 mm fino a 100 mm.
(5) Per
spessori fino a 16 mm;
per spessori maggiori di 16 mm fino a 40
mm è ammessa la riduzione di 10 N/mm2;
per spessori
maggiori di 40 mm fino a 100 mm è ammessa la riduzione di 20
N/mm2.
(6) Per spessori fino a 16 mm;
per spessori
maggiori di 16 mm fino a 40 mm è ammessa la riduzione di 10
N/mm2;
per spessori maggiori di 40 mm fino a 63 mm è
ammessa la riduzione di 20 N/mm2;
per spessori
maggiori di 63 mm fino a 80 mm è ammessa la riduzione di 30
N/mm2;
per spessori maggiori di 80 mm fino a 100 mm è
ammessa la riduzione di 40 N/mm2.
(7) Per spessori
fino a 16 mm;
per spessori maggiori di 16 mm fino a 40 mm è
ammessa la riduzione di 10 N/mm2;
per spessori
maggiori di 40 mm fino a 63 mm è ammessa la riduzione di 20
N/mm2;
per spessori maggiori di 63 mm fino a 80 mm è
ammessa la riduzione di 30 N/mm2;
per spessori
maggiori di 80 mm fino a 100 mm è ammessa la riduzione di 40
N/mm2.
(8) Per spessori maggiori di 10 mm fino a 100
mm.
(9) Da provette trasversali per lamiere, nastri e larghi
piatti con larghezza 600 mm;
per spessori maggiori di 3 mm fino a 40
mm;
per spessori maggiori di 40 mm fino a 63 mm è ammessa la
riduzione di 1 punto;
per spessori maggiori di 63 mm fino a 100
mm è ammessa la riduzione di 2 punti.
(10) Da provette
longitudinali per barre, laminati mercantili, profilati e larghi
piatti con larghezza < 600 mm;
per spessori maggiori di 3 mm
fino a 40 mm;
per spessori maggiori di 40 mm fino a 63 mm è
ammessa la riduzione di 1 punto;
per spessori maggiori di 63 mm
fino a 100 mm è ammessa la riduzione di 2 punti.
2.1.1.2. Profilati cavi.
PROSPETTO
2-II
(1)
Rientrano in questi tipi di acciai, oltre agli acciai Fe 360, Fe 430
ed Fe 510 nei gradi B, C e D della UNI 7806 (dicembre 1979) e UNI
7810 (dicembre 1979), anche altri tipi di acciai purché rispondenti
alle caratteristiche indicate in questo prospetto.
(2) Per
spessori fino a 16 mm;
per spessori maggiori di 16 mm fino a 40
mm è ammessa la riduzione di 10 N/mm2.
(3) Per
spessori fino a 16 mm;
per spessori oltre 16 mm fino a 35 mm è
ammessa la riduzione di 10 N/mm2;
per spessori
maggiori di 35 mm e fino a 40 mm è ammessa la riduzione di 20
N/mm2.
2.1.2. CONTROLLI SUI PRODOTTI LAMINATI.
I
controlli sui laminati verranno eseguiti secondo le prescrizioni di
cui all'Allegato 8.
2.2. Acciaio per getti.
Per
l'esecuzione di parti in getti delle opere di cui alle presenti
istruzioni si devono impiegare getti di acciaio Fe G 400, Fe G 450,
Fe G 520 UNI 3158 (dicembre 1977) o equivalenti.
Quando tali
acciai debbano essere saldati, devono sottostare alle stesse
limitazioni di composizione chimica previste per gli acciai laminati
di resistenza similare (vedi punto 2.3.1.).
2.3. Acciaio per strutture saldate.
2.3.1. COMPOSIZIONE CHIMICA E GRADO DI DISOSSIDAZIONE
DEGLI ACCIAI.
Acciaio tipo Fe 360 ed Fe 430.
Gli
acciai da saldare con elettrodi rivestiti, oltre a soddisfare le
condizioni indicate al punto 2.1., devono avere composizione chimica
contenuta entro i limiti raccomandati dalla UNI 5132 (ottobre 1974)
per le varie classi di qualità degli elettrodi impiegati.
Nel
caso di saldature di testa o d'angolo sul taglio di un laminato, gli
acciai, oltre che a soddisfare i sopraindicati limiti di analisi,
devono essere di tipo semicalmato o calmato, salvo che vengano
impiegati elettrodi rivestiti corrispondenti alla classe di qualità
4 della UNI 5132 (ottobre 1974).
Gli acciai destinati ad essere
saldati con procedimenti che comportano una forte penetrazione della
zona fusa nel metallo base devono essere di tipo semicalmato o
calmato e debbono avere composizione chimica, riferita al prodotto
finito (e non alla colata), rispondente alle seguenti
limitazioni:
grado
B: |
C 0,24% |
P 0,055% |
S 0,055% |
grado
C: |
C 0,22% |
P 0,050% |
S 0,050% |
grado
D: |
C 0,22% |
P 0,045% |
S 0,045% |
Acciai
tipo Fe 510.
Gli acciai dovranno essere di tipo calmato o
semicalmato; è vietato l'impiego di acciaio effervescente. L'analisi
effettuata sul prodotto finito deve risultare:
grado
B: |
C 0,26% |
Mn
1,6% |
Si
0,60% |
P 0,050% |
S 0,050% |
grado
C: |
C 0,24% |
Mn
1,6% |
Si
0,60% |
P 0,050% |
S 0,050% |
grado
D: |
C 0,22% |
Mn
1,6% |
Si
0,60% |
P 0,045% |
S 0,045% |
Qualora
il tenore di C risulti inferiore o ugual e, per i tre gradi B, C, D,
rispettivamente a 0,24%, 0,22% e 0,20% potranno accettarsi tenori di
Mn superiori a 1,6% ma comunque non superiori a 1,7%.
2.3.2. FRAGILITA' ALLE BASSE TEMPERATURE.
La
temperatura minima alla quale l'acciaio di una struttura saldata può
essere utilizzato senza pericolo di rottura fragile, in assenza di
dati più precisi, deve essere stimata sulla base della temperatura
T alla quale per detto acciaio può essere garantita una
resilienza KV, secondo EN 10045/1ª (gennaio 1992), di 27
J.
La temperatura T deve risultare minore o uguale
a quella minima di servizio per elementi importanti di strutture
saldate soggetti a trazione con tensione prossima a quella limite
aventi spessori maggiori di 25 mm e forme tali da produrre sensibili
concentrazioni locali di sforzi, saldature di testa o d'angolo non
soggette a controllo, od accentuate deformazioni plastiche di
formatura. A parità di altre condizioni, via via che diminuisce lo
spessore, la temperatura T potrà innalzarsi a giudizio del
progettista fino ad una temperatura di circa 30°C maggiore di quella
minima di servizio per spessori dell'ordine di 10 millimetri.
Un
aumento può aver luogo anche per spessori fino a 25 mm via via che
l'importanza dell'elemento strutturale decresce o che le altre
condizioni si attenuano.
Il progettista, stimata la temperatura
T alla quale la resistenza di 27 J deve essere
assicurata, sceglierà nella unificazione e nei cataloghi dei
produttori l'acciaio soddisfacente questa condizione.
2.4. Saldature.
2.4.1. PROCEDIMENTI DI SALDATURA.
Possono
essere impiegati i seguenti procedimenti:
- saldatura manuale ad
arco con elettrodi rivestiti;
- saldatura automatica ad arco
sommerso;
- saldatura automatica o semiautomatica sotto gas
protettore (CO2 o sue miscele);
- altro procedimento di saldatura
la cui attitudine a garantire una saldatura pienamente efficiente
deve essere previamente verificata mediante le prove indicate al
successivo punto 2.4.2.
Per la saldatura manuale ad arco devono
essere impiegati elettrodi omologati secondo UNI 5132 (ottobre 1974)
adatti al materiale base:
- per gli acciai Fe 360 ed Fe 430
devono essere impiegati elettrodi del tipo E 44 di classi di qualità
2, 3 o 4; per spessori maggiori di 30 mm o temperatura di esercizio
minore di 0°C saranno ammessi solo elettrodi di classe 4 B;
- per
l'acciaio Fe 510 devono essere impiegati elettrodi del tipo E 52 di
classi di qualità 3 B o 4 B; per spessori maggiori di 20 mm o
temperature di esercizio minori di 0°C saranno ammessi solo
elettrodi di classe 4 B.
Per gli altri procedimenti di saldatura
si dovranno impiegare i fili, i flussi (o i gas) e la tecnica
esecutiva usati per le prove preliminari (di qualifica) di cui al
punto seguente.
2.4.2. PROVE PRELIMINARI DI QUALIFICA DEI PROCEDIMENTI
DI SALDATURA.
L'impiego di elettrodi omologati secondo UNI
5132 (ottobre 1974) esime da ogni prova di qualifica del
procedimento.
Per l'impiego degli altri procedimenti di saldatura
occorre eseguire prove preliminari di qualifica intese ad
accertare:
- l'attitudine ad eseguire i principali tipi di giunto
previsti nella struttura ottenendo giunti corretti sia per aspetto
esterno che per assenza di sensibili difetti interni, da accertare
con prove non distruttive o con prove di rottura sul giunto;
- la
resistenza a trazione su giunti testa a testa, mediante provette
trasversali al giunto, resistenza che deve risultare non inferiore a
quella del materiale base;
- la capacità di deformazione del
giunto, mediante provette di piegamento che dovranno potersi piegare
a 180° su mandrino con diametro pari a 3 volte lo spessore per
l'acciaio Fe 360 ed Fe 430 e a 4 volte lo spessore per l'acciaio Fe
510;
- la resilienza su provette intagliate a V secondo EN
10045/1ª (gennaio 1992) ricavate trasversalmente al giunto saldato,
resilienza che verrà verificata a +20°C se la struttura deve essere
impiegata a temperatura maggiore o uguale a 0°C, o a 0°C nel caso di
temperature minori; nel caso di saldatura ad elettrogas o
elettroscoria tale verifica verrà eseguita anche nella zona del
materiale base adiacente alla zona fusa dove maggiore è
l'alterazione metallurgica per l'alto apporto termico.
I provini
per le prove di trazione, di piegamento, di resilienza ed
eventualmente per altre prove meccaniche, se ritenute necessarie,
verranno ricavati da saggi testa a testa saldati; saranno scelti
allo scopo gli spessori più significativi della
struttura.
2.4.3. CLASSI DELLE SALDATURE.
Per giunti
testa a testa, od a croce od a T, a completa penetrazione, si
distinguono due classi di giunti.
Prima
classe. Comprende i giunti effettuati con elettrodi di qualità 3
o 4 secondo UNI 5132 (ottobre 1974) o con gli altri procedimenti
qualificati di saldatura indicati al punto 2.4.1. e realizzati con
accurata eliminazione di ogni difetto al vertice prima di effettuare
la ripresa o la seconda saldatura.
Tali giunti debbono inoltre
soddisfare ovunque l'esame radiografico con i risultati richiesti
per il raggruppamento B della UNI 7278 (luglio 1974).
L'aspetto
della saldatura dovrà essere ragionevolmente regolare e non
presentare bruschi disavviamenti col metallo base specie nei casi di
sollecitazione a fatica.
Seconda classe. Comprende i giunti effettuati con
elettrodi di qualità 2, 3 o 4 secondo UNI 5132 (ottobre 1974) o con
gli altri procedimenti qualificati di saldatura indicati al punto
2.4.1. e realizzati egualmente con eliminazione dei difetti al
vertice prima di effettuare la ripresa o la seconda
saldatura.
Tali giunti devono inoltre soddisfare l'esame
radiografico con i risultati richiesti per il raggruppamento F della
UNI 7278 (luglio 1974).
L'aspetto della saldatura dovrà essere
ragionevolmente regolare e non presentare bruschi disavviamenti col
materiale base.
Per
entrambe le classi l'estensione dei controlli radiografici o
eventualmente ultrasonori deve essere stabilita dal direttore dei
lavori, sentito eventualmente il progettista, in relazione alla
importanza delle giunzioni e alle precauzioni prese dalla ditta
esecutrice, alla posizione di esecuzione delle saldature e secondo
che siano state eseguite in officina o al montaggio.
Per i giunti
a croce o a T, a completa penetrazione nel caso di spessori
t>30 mm, l'esame radiografico o con ultrasuoni atto ad
accertare gli eventuali difetti interni verrà integrato con
opportuno esame magnetoscopico sui lembi esterni delle saldature al
fine di rilevare la presenza o meno di cricche da strappo.
Nel
caso di giunto a croce sollecitato normalmente alla lamiera compresa
fra le due saldature, dovrà essere previamente accertato, mediante
ultrasuoni, che detta lamiera nella zona interessata dal giunto sia
esente da sfogliature o segregazioni accentuate.
I giunti con
cordoni d'angolo, effettuati con elettrodi aventi caratteristiche di
qualità 2, 3 o 4 UNI 5132 (ottobre 1974) o con gli altri
procedimenti indicati al punto 2.4.1., devono essere considerati
come appartenenti ad una unica classe caratterizzata da una
ragionevole assenza di difetti interni e da assenza di incrinature
interne o di cricche da strappo sui lembi dei cordoni. Il loro
controllo verrà di regola effettuato mediante sistemi magnetici; la
sua estensione verrà stabilita dal direttore dei lavori, sentito
eventualmente il progettista e in base ai fattori esecutivi già
precisati per gli altri giunti.
2.5. Bulloni.
I bulloni normali
[conformi per le caratteristiche dimensionali alle UNI 5727
(novembre 1988), UNI 5592 (dicembre 1968) e UNI 5591 (maggio 1965)]
e quelli ad alta resistenza (conformi alle caratteristiche di cui al
prospetto 4-II) devono appartenere alle sottoindicate classi delle
UNI 3740, associate nel modo indicato nel prospetto 3-II.
PROSPETTO
3-II
|
normali |
ad
alta resistenza |
|
|
|
2.6. Bulloni per giunzioni ad
attrito.
I bulloni per giunzioni ad attrito devono
essere conformi alle prescrizioni del prospetto 4-II. Viti e dadi
devono essere associati come indicato nel prospetto 3-II.
PROSPETTO
4-II
Elemento |
Materiale |
Riferimento |
Viti |
8.8 - 10.9 secondo UNI EN
20898/1 (dic. ‘91) |
UNI
5712 (giu. ‘75) |
Dadi |
8 - 10 secondo UNI EN
3740/4ª (ott. ‘85) |
UNI
5713 (giu. ‘75) |
Rosette |
Acciaio C 50 UNI 7845
(nov. ‘78) temprato e rinvenuto HRC 32¸ 40 |
UNI
5714 (giu. ‘75) |
Piastrine |
Acciaio C 50 UNI 7845
(nov. ‘78) temprato e rinvenuto HRC 32¸ 40 |
UNI
5715 (giu. ‘75) UNI 5716 (giu.
‘75) |
2.7. Chiodi.
Per i chiodi da ribadire
a caldo si devono impiegare gli acciai previsti dalla UNI 7356
(dicembre 1974).
3. COLLAUDO STATICO.
3.1. Prescrizioni generali.
Valgono,
per quanto applicabili, le prescrizioni di cui al punto 3.1., Parte
I, Sez. I.
3.2. Prove di carico.
Le prove di
carico, ove ritenute necessarie dal collaudatore, rispetteranno le
modalità sottoindicate.
Il programma delle prove deve essere
sottoposto al direttore dei lavori ed al progettista e reso noto al
costruttore.
Le prove di carico si devono svolgere con le
modalità indicate dal collaudatore che se ne assume la piena
responsabilità, mentre, per quanto riguarda la loro materiale
attuazione e in particolare per le eventuali puntellazioni
precauzionali, è responsabile il direttore dei lavori.
I carichi
di prova devono essere, di regola, tali da indurre le sollecitazioni
massime di esercizio per combinazioni rare. In relazione al tipo
della struttura ed alla natura dei carichi le prove devono essere
convenientemente protratte nel tempo.
L'esito della prova potrà
essere valutato sulla base dei seguenti elementi:
- le
deformazioni si accrescano all'incirca proporzionalmente ai
carichi;
- nel corso della prova non si siano prodotte lesioni,
deformazioni o dissesti che compromettano la conservazione o la
sicurezza dell'opera;
- la deformazione residua dopo la prima
applicazione del carico massimo non superi una quota parte di quella
totale commisurata ai prevedibili assestamenti iniziali di tipo
anelastico della struttura oggetto della prova. Nel caso invece che
tale limite venga superato, prove di carico successive accertino che
la struttura tenda ad un comportamento elastico;
- la
deformazione elastica risulti non maggiore di quella
calcolata.
Quando le opere siano ultimate prima della nomina del
collaudatore, le prove di carico possono essere eseguite dal
direttore dei lavori, che ne redige verbale sottoscrivendolo assieme
al costruttore. E' facoltà del collaudatore controllare, far
ripetere ed integrare le prove precedentemente eseguite.
Parte
III
MANUFATTI
PREFABBRICATI PRODOTTI IN SERIE
(in conglomerato normale e
precompresso, misti in laterizio
e cemento armato e
metallici)
La
documentazione da depositarsi ai sensi dell'art. 9, punti a),
b), c), d) della legge 5 novembre 1971, n. 1086
dovrà dimostrare la completa corrispondenza dei manufatti
prefabbricati alle prescrizioni di cui alle presenti norme.
La
relazione dovrà essere firmata da un tecnico a ciò abilitato, il
quale assume con ciò le responsabilità stabilite dalla legge per il
progettista.
I manufatti prefabbricati dovranno essere costruiti
sotto la direzione di un tecnico a ciò abilitato, che per essi
assume le responsabilità stabilite dalla legge per il direttore dei
lavori. A cura di detto tecnico dovranno essere eseguiti i prelievi
di materiali, le prove ed i controlli di produzione sui manufatti
finiti con le modalità e la periodicità previste dalle presenti
Norme. I certificati delle prove saranno conservati dal
produttore.
Ai sensi dell'art. 9 della legge 5 novembre 1971, n.
1086, ogni fornitura di manufatti prefabbricati dovrà essere
accompagnata da apposite istruzioni nelle quali vengono esposte le
modalità di trasporto e montaggio, nonché le caratteristiche ed i
limiti di impiego dei manufatti stessi.
Ogni fornitura di
manufatti prefabbricati dovrà inoltre essere accompagnata, anche da
un certificato di origine firmato dal produttore, il quale con ciò
assume per i manufatti stessi le responsabilità che la legge
attribuisce al costruttore, e dal tecnico responsabile della
produzione previsto al terzo comma. Il certificato dovrà garantire
la rispondenza del manufatto alle caratteristiche di cui alla
documentazione depositata al Ministero dei LL.PP., e portare
l'indicazione del tecnico che ne risulta, come sopra detto,
progettista.
In presenza delle condizioni sopra elencate, i
manufatti prefabbricati potranno essere accettati senza ulteriori
esami o controlli.
Copia del certificato d'origine dovrà essere
allegato alla relazione del direttore dei lavori di cui all'art. 6
della legge 5 novembre 1971, n. 1086.
Il deposito ha validità
triennale.
Parte
IV
COSTRUZIONI COMPOSTE
DA ELEMENTI IN METALLI DIVERSI DALL’ACCIAIO
Le
costruzioni composte da elementi strutturali in metalli diversi
dall’acciaio - le quali hanno limitata applicazione nelle opere cui
fa riferimento la legge 5 novembre 1971, n. 1086 - dovranno essere
progettate, eseguite e montate seguendo tutte le indicazioni di
ordine generale indicate nelle norme per le costruzioni in
acciaio.
Deve essere peraltro provato dal progettista, caso per
caso, che le strutture posseggano un grado di sicurezza adeguato
all’affidabilità dei materiali e delle tecnologie e comunque non
inferiore a quello richiesto dalle Norme per le costruzioni in
acciaio.
Parte
V
NORME PER TRAVI COMPOSTE "ACCIAIO - CALCESTRUZZO"
1. OGGETTO.
Sono oggetto delle presenti
norme le strutture costituite da una o più travi di acciaio a parete
piena e da una soletta di estradosso di calcestruzzo armato normale
o precompresso. La soletta di calcestruzzo e la membratura di
acciaio sono rese collaboranti mediante connettori che assicurano il
funzionamento dell'insieme come unico elemento resistente.
2. MATERIALI: QUALITA' E PROVE.
2.1. Materiali delle solette di c.a. normale o
precompresso.
Per i materiali delle solette in c.a.
normale o precompresso valgono le prescrizioni del punto 2 della
Parte Prima delle presenti norme tecniche.
2.2. Acciai degli elementi strutturali in
carpenteria.
Per gli acciai degli elementi strutturali
in carpenteria valgono le prescrizioni del punto 2 della Parte
Seconda delle presenti norme tecniche.
2.3. Acciai dei connettori.
Per gli
acciai impiegati per i connettori devono essere rispettate le norme
di cui al punto 2.3. della Parte Seconda quando i processi di
saldatura adottati corrispondono a quelli previsti nel citato punto
2.3.
Quando invece vengono impiegati per i collegamenti dei
connettori procedimenti automatici di saldatura senza metallo di
apporto, per l'acciaio dei connettori devono essere rispettate
ulteriori limitazioni nella composizione chimica al fine di
garantire al collegamento adeguate proprietà di resistenza,
resilienza e duttilità.
A tale riguardo si possono adottare
criteri fondati su risultati sperimentali di sicura
validità.
3. NORME DI VERIFICA DELLA SICUREZZA.
3.0.1. AZIONI E RESISTENZE DI CALCOLO.
Per
le azioni di calcolo vale quanto prescritto al punto 7 della Parte
generale delle presenti norme.
Per le resistenze di calcolo si
rinvia ai punti 4.0.2. della Parte Prima e 4.0.2. della Parte
Seconda delle stesse norme.
3.0.2. CALCOLO DELLE SOLLECITAZIONI.
I
diagrammi di inviluppo dei momenti flettenti, delle azioni taglianti
e di quelle normali, derivanti dalla totalità delle combinazioni di
carico possono essere determinati mediante analisi elastica e
facendo riferimento in generale alla rigidezza globale della sezione
composta, calcolata nell'ipotesi che il calcestruzzo sia esente da
fessure sia longitudinalmente che trasversalmente e trascurando di
norma il contributo dell'armatura.
Nel calcolo si terrà conto in
particolare di:
- effetti primari e secondari dovuti alla
viscosità ed al ritiro del calcestruzzo;
- effetti primari e
secondari dovuti alla precompressione ed alle distorsioni imposte in
fase di costruzione;
- sequenze delle modalità di costruzione e
dell'applicazione dei carichi.
Sono ammesse limitate
ridistribuzioni dei momenti qualora siano soddisfatte le seguenti
condizioni:
- i carichi siano di natura prevalentemente
statica;
- le sezioni siano di tipo compatto;
- le sezioni
abbiano comportamento di tipo duttile.
Per strutture di tipo
corrente il coefficiente di riduzione può essere assunto pari a
0,75; per strutture più impegnative il valore assunto per detto
coefficiente, comunque non minore di 0,75, deve essere adeguatamente
giustificato.
3.0.3. VERIFICHE.
Per le verifiche agli
stati limite ultimi e di esercizio si possono adottare criteri
fondati su studi o normative di sicura validità.
4. METODI DI CALCOLO, REGOLE DI PROGETTAZIONE E
MODALITA' ESECUTIVE. CONNETTORI.
In proposito si
possono adottare criteri fondati su studi o normative di sicura
validità.
Allegato 1
REQUISITI DEI MATERIALI
1. Leganti.
Nelle opere oggetto delle presenti norme devono
impiegarsi esclusivamente i leganti idraulici definiti come cementi
dalle disposizioni vigenti in materia (legge 26-5-1965, n. 595), con
esclusione del cemento alluminoso. L'impiego dei cementi di tipo C è
limitato ai calcestruzzi per sbarramenti di ritenuta.
2. Inerti.
Gli inerti, naturali o di frantumazione, devono essere
costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze
organiche, limose ed argillose, di gesso, ecc., in proporzioni
nocive all'indurimento del conglomerato od alla conservazione delle
armature.
La ghiaia o il pietrisco devono avere dimensioni
massime commisurate alle caratteristiche geometriche della
carpenteria del getto ed all'ingombro delle armature.
3. Acqua.
L'acqua per gli impasti deve essere limpida, priva di
sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e
non essere aggressiva.
4. Armatura.
Non si devono porre in opera armature eccessivamente
ossidate, corrose, recanti difetti superficiali, che ne menomino la
resistenza o ricoperte da sostanze che possano ridurne sensibilmente
l'aderenza al conglomerato.
5. Impasti.
La distribuzione granulometrica degli inerti, il tipo di
cemento e la consistenza dell'impasto, devono essere adeguati alla
particolare destinazione del getto, ed al procedimento di posa in
opera del conglomerato.
Il quantitativo d'acqua deve essere il
minimo necessario a consentire una buona lavorabilità del
conglomerato tenendo conto anche dell'acqua contenuta negli
inerti.
Partendo dagli elementi già fissati il rapporto
acqua-cemento, e pertanto il dosaggio del cemento, dovrà essere
scelto in relazione alla resistenza richiesta per il
conglomerato.
L'impiego degli additivi dovrà essere subordinato
all'accertamento dell'assenza di ogni pericolo di
aggressività.
L'impasto deve essere fatto con mezzi idonei ed il
dosaggio dei componenti eseguito con modalità atte a garantire la
costanza del proporzionamento previsto in sede di
progetto.
Allegato 2
CONTROLLI SUL CONGLOMERATO
1. Resistenza caratteristica.
Agli effetti delle presenti
norme un conglomerato viene individuato tramite la resistenza
caratteristica a compressione.
La resistenza caratteristica è
definita come la resistenza a compressione al di sotto della quale
si può attendere di trovare il 5% della popolazione di tutte le
misure di resistenza.
Nelle presenti norme, a meno di indicazione
contraria, la "resistenza caratteristica" designa quella dedotta
dalle prove a compressione a 28 giorni su cubi preparati e
confezionati come al punto 3.
La resistenza caratteristica
richiesta dal conglomerato Rck dovrà essere
indicata dal progettista delle opere.
Il conglomerato per il
getto delle strutture di un'opera o di parte di essa si considera
omogeneo se la miscela viene confezionata con componenti aventi
essenzialmente le stesse caratteristiche di qualità e se i rapporti
quantitativi tra i componenti, le attrezzature e le modalità di
confezione rimangono praticamente invariati.
2. Controlli di qualità del conglomerato.
Il controllo di qualità del
conglomerato ha lo scopo di accertare che il conglomerato realizzato
abbia la resistenza caratteristica non inferiore a quella richiesta
dal progetto.
Il controllo si articola nelle seguenti
fasi:
a) Studio preliminare di qualificazione.
Serve
per determinare, prima dell'inizio delle opere, la resistenza del
conglomerato.
Dovrà essere verificato che il conglomerato abbia
resistenza caratteristica non inferiore a quella richiesta dal
progetto.
b) Controllo di accettazione.
Riguarda il
controllo del conglomerato durante l'esecuzione delle
opere.
c) Prove complementari.
Sono prove da eseguire,
ove necessario, a completamento delle precedenti prove.
3. Prelievo dei campioni.
Un prelievo consiste nel
prelevare dagli impasti, al momento della posa in opera nei casseri,
il calcestruzzo necessario per la confezione di un gruppo di due
provini.
La media delle resistenze a compressione dei due provini
di un prelievo rappresenta la "Resistenza di prelievo", che
costituisce il valore mediante il quale vengono eseguiti i controlli
del conglomerato.
È obbligo del Direttore dei lavori prescrivere
ulteriori prelievi rispetto al numero minimo, di cui ai successivi
paragrafi, tutte le volte che variazioni di qualità dei costituenti
dell'impasto possano far presumere una variazione di qualità del
calcestruzzo stesso.
Per la preparazione e la stagionatura dei
provini di conglomerato vale quanto indicato nella UNI 6127
(settembre 1980); in particolare per la stagionatura vale quanto
indicato nel punto 4.1.1. di detta norma.
Per la forma e le
dimensioni dei provini di calcestruzzo e le relative casseforme,
vale quanto indicato nelle norme UNI 6130/1ª (settembre 1980) e UNI
6130/2ª (settembre 1980) limitatamente ai provini per le prove di
resistenza a compressione.
Circa il procedimento da seguire per
la determinazione della resistenza a compressione dei provini di
calcestruzzo vale quanto indicato nella UNI 6132 (febbraio
1972).
4. Valutazione preliminare della resistenza.
Prima dell'inizio di una
produzione di serie o della costruzione di un'opera, il costruttore
deve valutare la resistenza caratteristica per ciascuna miscela
omogenea di conglomerato.
Tale valutazione può essere effettuata
sulla base delle esperienze acquisite o di valutazioni statistiche,
o dell'uno e dell'altro criterio.
Il costruttore resta comunque
responsabile della valutazione effettuata, che sarà controllata come
al paragrafo seguente.
5. Controllo di accettazione.
Il controllo di accettazione
viene eseguito di regola secondo le indicazioni di cui al punto
5.1.
Per costruzioni con più di 1500 m3 di getto di
miscela omogenea si possono adottare, in alternativa, le indicazioni
di cui al punto 5.2.
5.1. CONTROLLO TIPO A.
Ogni controllo di
accettazione è rappresentato da tre prelievi, ciascuno dei quali
eseguito su un massimo di 100 m3 di getto di miscela
omogenea. Risulta quindi un controllo di accettazione ogni 300
m3 massimo di getto.
Per ogni giorno di getto va
comunque effettuato almeno un prelievo.
Siano
R1, R2, R3 le
tre resistenze di prelievo, con:
Il
controllo è positivo ed il quantitativo di conglomerato accettato se
risultano verificate entrambe le diseguaglianze.
in
cui:
Nelle
costruzioni con meno di 100 m3 di getto di miscela
omogenea, fermo restando l'obbligo di almeno 3 prelievi e del
rispetto delle limitazioni di cui sopra, è consentito derogare
dall'obbligo di prelievo giornaliero.
5.2. CONTROLLO TIPO B.
Nelle costruzioni con
più di 1500 m3 di miscela omogenea è ammesso il controllo
di accettazione di tipo statistico.
Il controllo è riferito ad
una definita miscela omogenea e va eseguito con frequenza non minore
di un controllo ogni 1500 m3 di conglomerato.
Per ogni
giorno di getto di miscela omogenea va effettuato almeno un
prelievo, e complessivamente almeno 15 prelievi sui 1500
m3.
Il controllo è positivo ed il quantitativo di
conglomerato accettato, se risultano verificate entrambe le
diseguaglianze:
essendo Rm la resistenza
media dei 15 o più prelievi, R1 il valore minore
dei 15 o più prelievi ed s lo scarto quadratico
medio.
5.3. PRESCRIZIONI COMUNI PER ENTRAMBI I CRITERI DI
CONTROLLO.
Il prelievo dei provini per il controllo di
accettazione va eseguito alla presenza del Direttore dei lavori o di
un tecnico di sua fiducia.
Il Direttore dei lavori dovrà inoltre
curare, mediante sigle, etichettature indelebili, ecc., che i
provini inviati per le prove ai Laboratori Ufficiali siano
effettivamente quelli prelevati alla presenza sua o del tecnico di
sua fiducia.
La domanda di prove al Laboratorio Ufficiale dovrà
essere sottoscritta dal Direttore dei lavori e dovrà contenere
precise indicazioni sulla posizione delle strutture interessate da
ciascun prelievo.
Se una prescrizione del "controllo di
accettazione" non risulta rispettata, occorre procedere:
- ad un
controllo teorico e/o sperimentale della sicurezza della struttura
interessata dal quantitativo di conglomerato non conforme, sulla
base della resistenza ridotta del conglomerato, ovvero ad una
verifica delle caratteristiche del conglomerato messo in opera
mediante le prove complementari ove esistessero, o con prelievo di
provini del calcestruzzo indurito messo in opera (es. carotaggi) o
con l'impiego di altri mezzi d'indagine. Ove ciò non fosse
possibile, ovvero i risultati di tale indagine non risultassero
tranquillizzanti si potrà:
- dequalificare l'opera, eseguire
lavori di consolidamento ovvero demolire l'opera stessa.
I
"controlli di accettazione" sono assolutamente obbligatori ed il
Collaudatore è tenuto a controllarne la validità; ove ciò non fosse,
il Collaudatore è obbligato a far eseguire delle prove che attestino
le caratteristiche del conglomerato, seguendo la stessa procedura
che si applica quando non risultino rispettati i limiti fissati dai
"controlli di accettazione".
La procedura prevista è
integralmente estesa alla produzione di serie in
stabilimento.
Essa dovrà essere documentata dal Responsabile
della produzione che assume la responsabilità del rispetto delle
norme.
6. Prove complementari.
Sono prove che si eseguono
al fine di stimare la resistenza del conglomerato ad una età
corrispondente a particolari fasi di costruzione (precompressione,
messa in opera) o condizioni particolari di utilizzo (temperature
eccezionali, ecc.).
Il procedimento di controllo è uguale a
quello dei controlli di accettazione.
Tali prove non potranno
però essere sostitutive dei "controlli di accettazione" che vanno
riferiti a provini confezionati e maturati secondo le prescrizioni
del punto 3.
Potranno servire al Direttore dei lavori od al
Collaudatore per dare un giudizio del conglomerato ove questo non
rispetti il "controllo di accettazione".
Allegato 3
CONTROLLI SU ACCIAI DA PRECOMPRESSO
1. Controlli in cantiere.
Il campione è costituito da
almeno 10 saggi prelevati da altrettanti rotoli, bobine o fasci. Se
il numero dei rotoli, bobine o fasci costituenti il lotto è
inferiore a 10, da alcuni rotoli o bobine verranno prelevati due
saggi, uno da ciascuna estremità. Per le barre verranno prelevati
due saggi da due barre diverse dello stesso fascio.
Ogni saggio
deve recare contrassegni atti ad individuare il lotto ed il rotolo,
bobina o fascio di provenienza.
I saggi vengono utilizzati per
l'esecuzione delle prove nel numero minimo indicato nella colonna 4
della tabella 1.
Indicando con n il numero dei saggi
prelevati i corrispondenti valori caratteristici di
fpt, fy,
fp(0,2), fp(1) sono dati dalla
formula:
gkn = gmn - k ×
sn (A)
ove:
(B)
è la
media degli n valori di gi trovati,
e
(C)
è lo
scarto quadratico medio, ed il coefficiente k assume, in
funzione di n, i valori riportati nel Prospetto I
dell'Allegato 8.
Qualora lo scarto quadratico medio calcolato a
mezzo della formula (C) risulti inferiore al 2% del corrispondente
valore medio, lo scarto da prendere in conto nella formula (A) dovrà
essere uguale a 0,02 gmn.
2. Controlli in stabilimento.
La documentazione
riguardante le prove di qualificazione deve essere riferita ad una
produzione consecutiva relativa ad un periodo di
tempo di almeno sei mesi.
2.1. PROVE DI QUALIFICAZIONE.
Presso lo
stabilimento di produzione vengono prelevate senza preavviso, da
parte del Laboratorio Ufficiale, serie di 50 saggi, 5 per lotto, da
10 lotti di fabbricazione diversi. I 10 lotti di fabbricazione presi
in esame per le prove di qualificazione debbono essere costituiti da
prodotti della medesima forma ed avere la stessa resistenza
nominale, ma non necessariamente lo stesso diametro e la stessa
caratteristica di formazione. Gli acciai debbono essere raggruppati
in categorie nel catalogo del produttore ai fini della relativa
qualificazione.
I 5 saggi di ogni singolo lotto vengono prelevati
da differenti fasci, rotoli o bobine. Ogni saggio deve recare
contrassegni atti ad individuare il lotto ed il rotolo, la bobina o
il fascio di provenienza.
Sulla serie di 50 saggi vengono
determinate le grandezze , fpt, l, fpy,
fp(0,2), fp(1),
Ep, N ovvero (180°) (cfr. tabella 1) sotto il controllo di un
Laboratorio Ufficiale. Le relative prove possono venire eseguite
presso il laboratorio dello stabilimento di produzione, previo
controllo della taratura delle macchine di prova; ove ciò non fosse
possibile, verranno eseguite presso un Laboratorio Ufficiale.
Le
grandezze L e r sono determinate su saggi provenienti
da 5 e 4 lotti rispettivamente, in numero di 3 saggi per ogni lotto,
come indicato nella tabella 1.
Le prove di fatica non sono
indispensabili per la qualificazione dell'armatura. Tuttavia le
caratteristiche di resistenza a fatica, se previste, devono essere
garantite dal Produttore e verificate dal Laboratorio
Ufficiale.
Le prove di fatica sono indispensabili nel caso della
precompressione parziale e nel c.a.p. quando l'acciaio è destinato a
sopportare oscillazioni di tensione superiori a 60 N/mmq.
I
valori caratteristici fptk,
fpyk, fp(0,2)k,
fp(1)k vengono determinati come segue: indicando con
n il numero dei saggi prelevati, i corrispondenti valori
caratteristici gkn sono dati da:
gkn = gmn - k ×
sn (A')
ove:
(B')
è la
media degli n valori di gi trovati,
e
(C')
è lo
scarto quadratico medio, ed il coefficiente k assume, in
funzione di n, i valori riportati nel Prospetto I
dell'Allegato 8.
2.2. PROVE DI VERIFICA DELLA
QUALITA'.
Vengono effettuati controlli saltuari, a cura di
un Laboratorio Ufficiale, su un campione costituito da 5 saggi
provenienti da un lotto per ogni categoria di armatura. Il controllo
verte su un minimo di sei lotti ogni trimestre da sottoporre a
prelievo in non meno di tre sopralluoghi. Su tali saggi il
Laboratorio Ufficiale determina le grandezze , fpt, l, fpy,
fp(0,2), fp(1),
Ep, N ovvero (180°).
Per la grandezza r i controlli si
effettuano una volta al trimestre e per la grandezza L i
controlli si effettuano una volta al semestre, per entrambe su 3
saggi provenienti dallo stesso lotto per ogni categoria di
armatura.
Per la determinazione dei valori caratteristici
fptk, fpyk,
fp(0,2)k, fp(1)k i
corrispondenti risultati vanno introdotti nelle precedenti
espressioni (A'), (B') e (C') le quali vanno sempre riferite a 10
serie di 5 saggi corrispondenti alla stessa categoria di armatura,
da aggiornarsi ad ogni prelievo aggiungendo la nuova serie ed
eliminando la prima in ordine di tempo.
Se i valori
caratteristici fptk, fpyk,
fp(0,2)k, fp(1)k non rispettano
la garanzia di cui al catalogo del produttore, la produzione viene
declassata attribuendole i valori caratteristici trovati.
Se gli
scarti quadratici medi risultano superiori al 3% del valore medio
per fpt, e/o al 4% per fpy,
fp(0,2), fp(1) il controllo si
intende sospeso e la procedura ripresa ab initio.
Se in un
rotolo, bobina o fascio le grandezze , A, Ep, l, N o (180°) ed i rapporti
fpy/fpt,
fp(0,2)/fpt,
fp(1)/fpt non rispettano quanto
indicato al successivo punto 3 e nel catalogo del produttore, si
ripetono le prove su un nuovo prelievo che sostituisce il precedente
a tutti gli effetti.
Anche ai fini del rilassamento i risultati
delle prove debbono essere conformi ai dati di catalogo del
produttore. Se tale condizione non è soddisfatta si effettueranno
tre nuove prove ed i relativi risultati devono essere contenuti
entro il suddetto limite. Ove i valori riscontrati delle grandezze
sopra indicate risultino inferiori a quelli di catalogo, il
Laboratorio Ufficiale incaricato del controllo sospenderà le
verifiche della qualità dandone comunicazione al Ministero dei
lavori pubblici, Servizio tecnico centrale e ripeterà la
qualificazione dopo che il produttore avrà ovviato alle cause che
avevano dato luogo al risultato insoddisfacente.
2.3. CONTROLLI SU SINGOLI LOTTI DI
FABBRICAZIONE.
Negli stabilimenti soggetti a controlli
sistematici di cui al presente punto 2, i produttori potranno
richiedere di sottoporsi a controlli, eseguiti a cura di un
Laboratorio Ufficiale, su singoli lotti di fabbricazione (massima
massa del lotto = 100 t) di quei prodotti che, per ragioni di
produzione, non possono ancora rispettare le condizioni minime
quantitative per qualificarsi. Le prove da effettuare sono quelle di
cui al punto 1 del presente Allegato 3.
3. Determinazione delle proprietà e
tolleranze.
3.1. DIAMETRO E SEZIONE.
L'area della
sezione di fili con impronte, trecce e trefoli si valuta come somma
delle aree dei singoli fili oppure per pesata nell'ipotesi che la
densità dell'acciaio sia pari a 7,85 kg/dm3.
La misura
delle dimensioni trasversali nei fili con impronta non deve essere
effettuata in corrispondenza delle impronte stesse.
Sui valori
nominali sono ammesse le seguenti tolleranze:
|
Diametri
apparenti |
Sezioni |
fili |
-1% 1% |
-2% +2% |
barre |
-1% +2% |
-2% +4% |
trecce e trefoli |
|
-2%
+3% |
Nei
calcoli statici si adotteranno, di norma, le sezioni nominali se le
sezioni effettive non risultano inferiori al 98% di quelle
nominali.
Le tolleranze dimensionali vanno controllate
confrontando il valore nominale con la media delle misure effettuate
su tutti i saggi di ciascun prelievo. Qualora la tolleranza sulla
sezione superi , il certificato di verifica deve riportare il diametro
effettivo al quale si riferisce la elaborazione.
I valori delle
grandezze
e A dovranno figurare nei certificati di qualificazione e di
verifica.
3.2. TENSIONE DI ROTTURA
fpt.
La determinazione si effettua per
mezzo della prova a trazione su barre secondo EN 10002/1a
(marzo 1990), su fili secondo UNI 5292 (giugno 1979) e su trecce o
trefoli secondo UNI 3171 (aprile 1985).
3.3. ALLUNGAMENTO A ROTTURA.
Per barre e
fili la determinazione viene eseguita per accostamento dopo rottura
rispettivamente secondo EN 10002/1 a (marzo 1990) e UNI
5292 (giugno 1979).
La base di misura, delimitata in modo da non
indebolire la provetta, sarà:
50mm
per < 5mm
per 5mm
L'allungamento percentuale corrispondente dovrà risultare non
inferiore a (3 + 0,4 ) (con
in mm) per i fili con < 5 mm, non inferiore al 5% per i fili con
5mm, al 7% per le barre.
Per le trecce e i trefoli la
determinazione si effettua all'istante della rottura con una prova a
trazione, condotta secondo la UNI 3171 (aprile 1985), su base
rispettivamente di 200 mm per le trecce e di 600 mm per i trefoli.
L'allungamento così misurato deve risultare non inferiore al 3,5%.
La prova deve essere ripetuta se la rottura si produce esternamente
al tratto di misura qualora l'allungamento risulti inferiore al
limite sopraindicato.
3.4. LIMITI ALLO 0,2%.
l valore del limite
convenzionale fp(0,2) si ricava dal corrispondente
diagramma sforzi-deformazioni, ottenuto con prove a trazione
eseguite secondo UNI 5292 (giugno 1979) per i fili e secondo UNI
3171 (aprile 1985) per le trecce o con procedimenti
equivalenti.
I singoli valori unitari devono essere riferiti alle
corrispondenti sezioni iniziali.
Il valore del limite 0,2% deve
risultare compreso tra l'80% ed il 95% del corrispondente valore
della tensione di rottura fpt.
3.5. TENSIONE DI SNERVAMENTO.
Il valore
della tensione di snervamento fpy si ricava dal
corrispondente diagramma sforzi-deformazioni ottenuto con la prova a
trazione eseguita secondo EN 10002/1a (marzo 1990). Esso
deve risultare compreso tra il 75% ed il 95% del corrispondente
valore della tensione di rottura fpt. Qualora lo
snervamento non sia chiaramente individuabile si sostituisce
fpy con fp(0,2).
3.6. MODULO DI ELASTICITA'.
Il modulo
apparente di elasticità è inteso come rapporto fra la tensione media
e l'allungamento corrispondente, valutato per l'intervallo di
tensione (0,1 ¸ 0,4) fpt.
Sono tollerati scarti
del ± 7% rispetto al valore garantito.
3.7. TENSIONE ALL'1%.
La tensione
corrispondente all'1% di deformazione totale deve risultare compresa
tra l'80% ed il 95% del corrispondente valore della tensione di
rottura fpt.
3.8. PROVA DI PIEGAMENTO ALTERNATO.
La prova
di piegamento alternato si esegue su fili aventi 8 mm secondo la UNI 5294 (ottobre 1978) con rulli di
diametro pari a 4 .
Il numero dei piegamenti alterni a rottura non deve
risultare inferiore a 4 per i fili lisci e a 3 per i fili ondulati o
con impronte.
3.9. PROVA DI PIEGAMENTO.
La prova di
piegamento si esegue su fili aventi
8 mm e su barre secondo la UNI 564 (febbraio 1960).
L'angolo di
piegamento deve essere di 180° e il diametro del mandrino deve
essere pari a:
- 5
per i fili;
- 6
per le barre con 26 mm;
- 8
per le barre con
> 26 mm.
3.10. RESISTENZA A FATICA.
La prova viene
condotta secondo la UNI 3964 (maggio 1985) con sollecitazione
assiale a ciclo pulsante, facendo oscillare la tensione fra una
tensione superiore
e una tensione inferiore . Il risultato della prova è ritenuto soddisfacente se la
provetta sopporta, senza rompersi, almeno due milioni di cicli. La
frequenza di prova deve rimanere compresa fra 200 e 2500 cicli/min.
Come alternativa a tale procedimento è possibile determinare
sperimentalmente l'ampiezza limite di fatica L a 2 ×
106 cicli, in funzione della tensione media .
3.11. RILASSAMENTO A TEMPERATURA ORDINARIA.
3.11.1. Condizioni di prova.
Si
determina il diagramma della caduta di tensione a lunghezza costante
ed a temperatura a partire dalla tensione iniziale e per la durata
stabilita.
3.11.2. Caratteristiche della
provetta.
La provetta deve essere sollecitata per un
tratto non inferiore a 100 cm; in conseguenza la lunghezza del
saggio deve essere almeno 125 cm per tener conto degli organi di
afferraggio. Nella zona sollecitata la provetta non deve subire
alcuna lavorazione né pulitura.
3.11.3. Carico iniziale.
La tensione
iniziale deve essere applicata con velocità pari a 200 50 N/mm2 al minuto e mantenuta per 2 minuti
2 secondi prima dell'inizio della misura.
Quando le
necessità operative lo richiedano, è ammessa una pre-tensione
inferiore al 40% della tensione iniziale ed al 30% di quella di
rottura (determinata su una provetta contigua).
Il carico
iniziale deve avere precisione
1% quando inferiore a 100 tonnellate;
2% quando superiore.
3.11.4. Precisione della misura.
La
caduta di sforzo (rilassamento) va misurata con precisione 5%; pertanto il principio di funzionamento dell'apparato,
la sensibilità dei singoli strumenti rilevatori, la posizione di
questi, ecc. debbono essere tali da garantire detta
precisione.
TABELLA 1
Simbolo |
Caratteristiche |
Unità di misura |
N°
prove oggetto del certificato
del produttore |
Controllo in cantiere N° prove
per lotto di produz. |
Controllo in stabilimento |
|
|
|
|
|
Qualifica |
Verifica |
|
|
|
|
|
N.
lotti di produz. |
N.
prove per lotto di produz. |
N.
lotti di produz. |
N.
prove per lotto di produz. |
|
Diametro |
mm |
10 |
10 |
10 |
5 |
6 al trimestre in almeno 3 visite |
5 |
A |
Area della sezione |
mm2 |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
'fptk |
Tensione di rottura |
N/mm2 |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
'fpyk |
Carico di snervamento |
N/mm2 |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
fp(0,1)k |
Carico limite allo 0,1% |
N/mm2 |
2 |
2 |
10 |
5 |
" |
5 |
fp(0,2)k |
Carico limite allo 0,2% |
N/mm2 |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
fp(1)k |
Tensione 1% sotto carico |
N/mm2 |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
l |
Allungamento a rottura |
% |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
Ep |
Modulo elastico appar. |
N/mm2 |
2 |
2 |
10 |
5 |
" |
5 |
N |
Numero di pieg. alterni |
- |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
(180°) |
Prova di piegamento |
- |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
L |
Limite di fatica |
N/mm2 |
1 (1) |
(*) |
5 |
3 (3) |
1 al trimestre |
3 (4) |
r |
Rilassamento |
% |
3 (2) |
(*) |
4 |
3 (5) |
1 al trimestre |
3 (6) |
- |
Diagramma sforzi-deformazioni |
- |
2 |
2 |
10 |
5 |
6 al trimestre in almeno 3 visite |
5 |
_______________________
(*)
Secondo prescrizione del Direttore dei lavori.
(1) Dato di
catalogo riferito alle tensioni estreme 0,57 fptk
(fptk valore caratteristico della tensione di
rottura) o, preferibilmente, al limite di tensione media 0,63
fptk.
(2) Dati di catalogo riferiti
preferibilmente alle tensioni iniziali 0,55 fptk;
0,65 fptk; 0,75 fptk e ad una
durata di prova non inferiore a 1000 ore.
(3) Prove da eseguire
tra le tensioni estreme 0,57 fptk e 0,69
fptk o, preferibilmente, determinazione del limite
di fatica con tensione media 0,63 fptk.
(4)
Prove da eseguire tra le tensioni estreme 0,57
fptk e 0,69 fptk.
(5) Prova
da eseguire preferibilmente per le tensioni iniziali 0,55
fptk; 0,69 fptk; 0,75
fptk. Durata di prova 2000 ore per un lotto,
120 ore per gli altri 3 lotti.
(6) Prova da eseguire
preferibilmente per le tensioni iniziali 0,55
fptk; 0,65 fptk; 0,75
fptk, per una durata di prova
120 ore.
Allegato 4
CONTROLLI DI BARRE E DI FILI DI ACCIAIO
TRAFILATO
Per i
controlli in stabilimento si applicano le modalità sotto
riportate.
1. Controlli sistematici.
1.1. PROVE DI QUALIFICAZIONE.
La
documentazione riguardante le prove di qualificazione deve essere
riferita ad una produzione consecutiva relativa ad un periodo di
tempo di almeno sei mesi.
Prelievo senza preavviso, presso lo
stabilimento di produzione, da parte del Laboratorio Ufficiale, di
serie di 25 saggi, ricavati da cinque diverse colate o lotti di
fabbricazione, cinque per ogni colata o lotto di fabbricazione.
L'operazione viene ripetuta su tre diametri diversi, scelti nei tre
gruppi di diametri: da 5 a 10 mm; da 12 a 18 mm; oltre 18 mm; i fili
di acciaio trafilato di diametro compreso fra 5 e 12 mm
costituiscono un unico gruppo.
Limitatamente alle barre ad
aderenza migliorata è lasciata facoltà di considerare come gruppi a
sé stanti le armature prodotte in rotolo, con le stesse modalità di
suddivisione dei diametri. I fili trafilati e le barre prodotte in
rotolo sono da considerarsi acciai deformati a freddo (cfr. Parte I,
punto 2.2.1.) in quanto impiegati previa raddrizzatura
meccanica.
Sui campioni vengono determinati, a cura del
Laboratorio Ufficiale, i valori delle tensioni di snervamento e
rottura fy e ft, l'allungamento
A ed effettuate le prove di piegamento.
Indicando con:
e
(A)
le medie
dei valori delle tensioni di snervamento e rottura e con:
e
(B)
gli
scarti quadratici medi corrispondenti, si procede al calcolo delle
tensioni caratteristiche di snervamento e rottura definite dalle
espressioni:
fyk = fymn - k ×
syn
(C)
ftk = ftmn - k ×
stn
dove
n, numero dei saggi considerati, è nel presente caso pari a
25.
Per gli stessi campioni verranno altresì annotati i valori
dei rapporti fyi/fyk e calcolata
la media come indicato al punto 2.2.3.1. della Parte I.
Qualora
il produttore lo richieda, è data facoltà di non avvalersi della
suddivisione in gruppi di diametri. In tale caso le prove di
qualificazione verteranno su 75 saggi, prelevati da 15 diverse
colate o lotti di fabbricazione, cinque per ogni colata o lotto di
fabbricazione, indipendentemente dal diametro, e nelle suddette
formule (A), (B), (C) si porrà n = 75.
In ogni caso il
coefficiente k assume, in funzione di n, i valori
riportati nel Prospetto I dell'Allegato 8.
Su almeno un saggio
per colata o lotto di fabbricazione sarà calcolato il valore
dell'indice di aderenza di cui all'Allegato 6 limitatamente alle
barre ed ai fili trafilati ad aderenza migliorata.
Qualora uno
dei campioni sottoposti a prova di qualificazione non soddisfi i
requisiti di duttilità di cui ai Prospetti 2-I e 3-I della Parte I,
rispettivamente per le barre e per i fili di acciaio trafilato, il
prelievo relativo al diametro di cui trattasi va ripetuto, il nuovo
prelievo sostituisce a tutti gli effetti quello precedente. Un
ulteriore risultato negativo comporta la ripetizione della prova di
qualificazione.
1.2. PROVE DI VERIFICA DELLA
QUALITA'.
Effettuazione di controlli saltuari, a cura del
Laboratorio Ufficiale, ad intervalli non superiori ad un mese,
prelevando tre serie di 5 campioni, costituite ognuna da cinque
barre o fili di uno stesso diametro scelto entro ciascuno dei gruppi
di diametri suddetti, e provenienti da una stessa colata o fili. Su
tali serie il laboratorio effettua le prove di resistenza e di
duttilità. I corrispondenti risultati delle prove di snervamento e
rottura vengono introdotti nelle quattro precedenti espressioni (A)
e (B), le quali vengono sempre riferite a cinque serie di cinque
saggi, facenti parte dello stesso gruppo di diametri, da aggiornarsi
ad ogni prelievo, aggiungendo la nuova serie ed eliminando la prima
in ordine di tempo. I nuovi valori delle medie e degli scarti
quadratici così ottenuti vengono quindi introdotti nelle espressioni
(C) per la determinazione delle nuove tensioni, caratteristiche,
sostitutive delle precedenti (ponendo n = 25).
Per gli
stessi campioni vengono altresì annotati i valori dei rapporti
fyi/fyk e calcolata la media
come indicato al punto 2.2.3.1. della Parte I.
Qualora
il produttore non si avvalga della suddivisione in gruppi di
diametri, i controlli saltuari verteranno su 15 saggi, prelevati da
tre diverse colate, 5 per ogni colata o lotto di fabbricazione,
indipendentemente dal diametro. I corrispondenti risultati delle
prove di snervamento e rottura vengono introdotti nelle espressioni
(A) e (B), le quali vengono sempre riferite a quindici serie di
cinque saggi, da aggiornarsi ad ogni prelievo, aggiungendo le tre
nuove colate o lotti di fabbricazione ed eliminando le prime tre in
ordine del tempo. I nuovi valori delle medie e degli scarti
quadratici così ottenuti vengono quindi introdotti nelle espressioni
(C) per la determinazione delle nuove tensioni caratteristiche
sostitutive delle precedenti (ponendo n = 75).
Ove i
valori caratteristici riscontrati risultino inferiori ai minimi di
cui al prospetto 2-I Parte I, il Laboratorio Ufficiale incaricato
del controllo sospenderà le verifiche della qualità dandone
comunicazione al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale e ripeterà la qualificazione dopo che il produttore avrà
ovviato alle cause che avevano dato luogo al risultato
insoddisfacente.
Qualora uno dei campioni sottoposti a prova di
verifica della qualità non soddisfi i requisiti di duttilità di cui
ai Prospetti 2-I e 3-I della Parte I, rispettivamente per le barre e
per i fili di acciaio trafilato, il prelievo relativo al diametro di
cui trattasi va ripetuto. Il nuovo prelievo sostituisce quello
precedente a tutti gli effetti. Un ulteriore risultato negativo
comporta la ripetizione della qualificazione.
Le tolleranze
dimensionali di cui al punto 2.2.8.5. della Parte I vanno riferite
alla media delle misure effettuate su tutti i saggi di ciascuna
colata o lotto di fabbricazione. Qualora la tolleranza sulla sezione
superi
2%, il certificato di verifica deve riportare i diametri medi
effettivi.
Su almeno un saggio per colata o lotto di
fabbricazione sarà calcolato il valore dell'indice di cui
all'Allegato 6, limitatamente alle barre ed ai fili trafilati ad
aderenza migliorata.
1.3. CONTRASSEGNI DEGLI ACCIAI: PRELIEVI, MODALITA' DI
PROVA.
Gli acciai devono essere marchiati come indicato in
2.2.9. Parte I.
I prelevamenti in stabilimento di cui ai punti
1.1. e 1.2. saranno effettuati, ove possibile, dalla linea di
produzione.
Le relative prove sui saggi prelevati potranno essere
effettuate dai tecnici del Laboratorio Ufficiale anche presso lo
stabilimento, sempreché le attrezzature disponibili siano ritenute
idonee ad esclusivo insindacabile giudizio del Laboratorio Ufficiale
stesso, e possibilmente in presenza di un rappresentante del
produttore.
2. Controlli su singole colate o lotti di
fabbricazione.
I produttori potranno richiedere, di loro iniziativa, di
sottoporsi a controlli su singole colate o lotti di fabbricazione,
eseguiti a cura di un Laboratorio Ufficiale. Le colate o lotti di
fabbricazione sottoposti a controllo dovranno essere
cronologicamente ordinati nel quadro della produzione globale. I
controlli consisteranno nel prelievo, per ogni colata e lotto di
fabbricazione e per ciascun gruppo di diametri da essi ricavato, di
un numero n di saggi, non inferiore a dieci, sui quali si
effettueranno le prove previste dal terzo comma del punto 1.1. Le
tensioni caratteristiche di snervamento e rottura verranno calcolate
a mezzo delle espressioni (A), (B) e (C) nelle quali n è il
numero dei saggi prelevati dalla colata.
Le colate o i lotti di
fabbricazione ai quali, sulla base di tale controllo specifico, si
vogliano attribuire proprietà meccaniche superiori a quelle desunte
dal controllo sistematico della produzione, dovranno essere
contraddistinte a mezzo di legatura sigillata, munita di etichetta
metallica sulla quale figurino il numero della colata ed il valore
della tensione garantita dal produttore ed accertato dal Laboratorio
Ufficiale.
Allegato 5
CONTROLLI DI RETI E TRALICCI ELETTROSALDATI
CON FILI LISCI
O NERVATI DI ACCIAIO TRAFILATO
DI DIAMETRO COMPRESO FRA 5 E 12
MM
Per i
controlli in stabilimento si applicano le modalità sotto
riportate.
1. Controlli sistematici.
1.1. PROVE DI QUALIFICAZIONE.
La
documentazione riguardante le prove di qualificazione deve essere
riferita ad una produzione consecutiva relativa ad un periodo di
tempo di almeno sei mesi.
Prelievo senza preavviso, presso lo
stabilimento di produzione, da parte di un Laboratorio Ufficiale, in
almeno quattro sopralluoghi di serie di 80 saggi, ricavati da 40
diversi pannelli, 2 per ogni elemento.
Ogni saggio deve
consentire due prove: quella di trazione su uno spezzone di filo
comprendente almeno un nodo saldato e quella di resistenza al
distacco della saldatura.
Su tali campioni vengono determinati, a
cura del Laboratorio Ufficiale, i valori delle tensioni di
snervamento e rottura f(0,2) e
ft l'allungamento A10 ed
effettuata la prova di resistenza al distacco.
Indicando
con:
e
(A)
le medie
dei valori delle tensioni di snervamento e rottura e con:
e
(B)
stn =
gli
scarti quadratici medi corrispondenti, si procede al calcolo delle
tensioni caratteristiche di snervamento e rottura definite dalle
espressioni:
f(0,2)k = f(0,2)mn - k ×
s(0,2)n
(C)
ftk = ftmn - k ×
stn
dove
n, numero dei saggi considerati, è nel presente caso pari a
80, ed il coefficiente k assume, in funzione di n, i
valori riportati nel Prospetto I dell'Allegato 8.
Qualora uno dei
campioni sottoposti a prove di qualificazione non soddisfi i
requisiti di cui al Prospetto 4-I della Parte I relativamente ai
valori di allungamento o resistenza al distacco, il prelievo
relativo all'elemento di cui trattasi va ripetuto su un altro
elemento della stessa partita. Il nuovo prelievo sostituisce quello
precedente a tutti gli effetti. Un ulteriore risultato negativo
comporta la ripetizione delle prove di qualificazione.
1.2. PROVE DI VERIFICA DELLA
QUALITA'.
Effettuazioni di controlli saltuari, a cura del
Laboratorio Ufficiale, ad intervalli non superiori ad un mese, su
serie di 20 saggi, ricavati da 10 diversi elementi, 2 per ogni
elemento.
Sulla serie il laboratorio effettua la prova di
trazione e di distacco. I corrispondenti risultati vengono aggiunti
a quelli dei prelievi precedenti dopo aver eliminato la prima serie
in ordine di tempo.
Si determineranno così le nuove tensioni
caratteristiche sostitutive delle precedenti sempre ponendo n
= 80.
Ove i valori caratteristici riscontrati risultino
inferiori ai minimi di cui al Prospetto 4-I Parte I, il Laboratorio
Ufficiale incaricato del controllo sospenderà le verifiche della
qualità dandone comunicazione al Ministero dei lavori pubblici,
Servizio tecnico centrale e ripeterà la qualificazione dopo che il
produttore avrà ovviato alle cause che avevano dato luogo al
risultato insoddisfacente.
Qualora uno dei campioni sottoposti a
prove di verifica non soddisfi i requisiti di cui al Prospetto 4-I
della Parte I relativamente ai valori di allungamento o resistenza
al distacco, il prelievo relativo all'elemento di cui trattasi va
ripetuto su un altro elemento della stessa partita. Il nuovo
prelievo sostituisce a tutti gli effetti quello precedente. In caso
di ulteriore risultato negativo, il Laboratorio Ufficiale incaricato
del controllo sospenderà le verifiche della qualità dandone
comunicazione al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale e ripeterà la qualificazione dopo che il produttore avrà
ovviato alle cause che avevano dato luogo al risultato
insoddisfacente.
1.3. CONTRASSEGNI DELLE RETI E TRALICCI CONTROLLATI IN
STABILIMENTO: PRELIEVI, MODALITA' DI PROVA.
Le reti ed i
tralicci saranno realizzati mediante fili controllati in
stabilimento contraddistinti mediante marchio sul filo nervato, come
previsto al punto 2.2.9. della Parte 1a.
Qualora il
filo venga prodotto nello stesso stabilimento, il controllo della
rete o del traliccio comprende il controllo del filo.
Il marchio
di identificazione della rete e del traliccio prodotti con fili
provenienti da altro stabilimento è costituito da sigilli o
etichettature indelebili.
I prelevamenti in stabilimento, di cui
ai punti 1.1. e 2., saranno effettuati, ove possibile, dalla linea
di produzione.
Le relative prove sui saggi prelevati potranno
essere effettuate dai tecnici del Laboratorio Ufficiale, anche
presso lo stabilimento, sempreché le attrezzature disponibili siano
ritenute idonee ad esclusivo insindacabile giudizio del Laboratorio
Ufficiale medesimo, e possibilmente in presenza di un rappresentante
del produttore.
2. Controlli sui singoli lotti di
fabbricazione.
Si definiscono lotti di fabbricazione partite ottenute
con produzione continua comprese fra 30 e 100 tonnellate.
Negli
stabilimenti soggetti ai controlli sistematici, di cui al precedente
punto 1., i produttori potranno sottoporre a controlli singoli lotti
di fabbricazione a cura di un Laboratorio Ufficiale. I controlli
consisteranno nel prelievo per ogni lotto di un numero n di saggi,
non inferiore a venti e ricavati da almeno dieci diversi elementi,
sui quali si effettueranno le prove previste dal secondo comma del
punto 1.1.
Le tensioni caratteristiche di snervamento e rottura
verranno calcolate a mezzo delle espressioni (A), (B) e (C) nelle
quali n è il numero dei saggi prelevati.
I singoli lotti
ai quali, sulla base di tale controllo specifico, si vogliano
attribuire proprietà meccaniche superiori a quelle desunte dal
controllo sistematico della produzione, dovranno essere
contraddistinti a mezzo di legatura sigillata, munita di etichetta
metallica sulla quale figurino gli estremi della partita e il valore
della tensione ammissibile garantito dal produttore ed accertato dal
Laboratorio Ufficiale.
Allegato 6
CONTROLLI DELL'ADERENZA
Le barre
devono superare con esito positivo prove di aderenza secondo il
metodo Beamtest da eseguirsi presso un Laboratorio Ufficiale con le
modalità specificate nella CNR-UNI 10020 (gennaio 1971). La tensione
di aderenza t d valutata secondo la CNR-UNI 10020
(gennaio 1971) verrà riferita ad una resistenza nominale del
conglomerato di 27 N/mm2, mediante l'applicazione della
seguente formula di correzione, valida nell'intervallo:
essendo:
la tensione di aderenza corretta;
la tensione di aderenza rilevata
sperimentalmente;
Rc la resistenza del
conglomerato all'atto della prova.
Nel
certificato di prova devono essere descritte le caratteristiche
geometriche della sezione e delle nervature.
Le prove devono
essere estese ad almeno tre diametri scelti come segue:
- uno
nell'intervallo ;
- uno nell'intervallo ;
- uno pari al diametro massimo.
Non è richiesta la
ripetizione delle prove di aderenza, per le singole partite, quando
se ne possa determinare la rispondenza nei riguardi delle
caratteristiche e delle misure geometriche, con riferimento alla
serie di barre che hanno superato le prove stesse con esito
positivo.
Le tensioni tangenziali di aderenza e , desunte dalla prova, come media dei risultati ottenuti
sperimentando almeno quattro travi per ogni diametro, devono
soddisfare le condizioni seguenti:
[=
80 - 1,2 ]
[= 130 - 1,9]
, , , e , sono espressi in N/mm2 e
è espresso in mm.
Per
accertare la rispondenza delle singole partite nei riguardi delle
proprietà di aderenza, si calcolerà per un numero significativo di
barre il valore dell'indice di aderenza IR
definito dall'espressione:
IR =
confrontando quindi il valore medio di IR
con il corrispondente IR(L) valutato sulle
barre provate in laboratorio.
La partita è ritenuta idonea se è
verificata almeno una delle due seguenti ineguaglianze (A) e
(B):
(A)
IR
0,048 per
mm
6 mm
IR
0,055 per 6 mm <
8 mm
IR
0,060 per 8 mm <
12 mm
IR
0,065 per
> 12 mm
(B)
essendo:
= valore limite di quale sopra definito per il diametro
considerato;
, = valori desunti dalle prove di laboratorio;
= diametro nominale della barra;
c = interasse
delle nervature;
am = altezza media delle
nervature;
= inclinazione delle nervature sull'asse della barra espressa in
gradi;
lR = lunghezza delle
nervature;
IR = valore di IR
determinato sulle barre della fornitura
considerata;
IR(L) = valore di
IR determinato sulle barre provate in
laboratorio.
Qualora
il profilo comporti particolarità di forma non contemplate nella
definizione di IR (ad esempio nocciolo non
circolare), l'ineguaglianza (A) dovrà essere verificata per i soli
risalti o nervature.
Allegato 7
CONTROLLI SUI LATERIZI
a)
Valutazione dei dati di prova.
Tutte le caratteristiche
meccaniche di seguito specificate dovranno essere determinate presso
un Laboratorio Ufficiale su un insieme di un minimo di campioni a
cui possa applicarsi il metodo sotto riportato.
Nel caso in cui
venga effettuata la prova su almeno 30 campioni la resistenza
caratteristica viene ricavata mediante la seguente
formula:
fk = fm - 1,64
s
nella
quale è:
fm = la media aritmetica delle resistenze unitarie
dei campioni;
s = lo scarto quadratico medio.
Nel caso
in cui il numero n dei campioni sia compreso tra 10 e 29 il
coefficiente moltiplicatore di s assumerà convenzionalmente i
valori k di cui alla seguente tabella.
n |
10 |
12 |
16 |
20 |
25 |
k |
2,13 |
2,06 |
1,98 |
1,93 |
1,88 |
In
entrambi i casi qualora il valore s calcolato risultasse
inferiore a 0,08 fm si dovrà introdurre nella
formula questo ultimo valore.
Nel caso infine in cui la prova
venga effettuata su un numero di campioni compreso fra 6 e 9 la
resistenza caratteristica viene assunta pari al minimo dei seguenti
due valori:
a) 0,7 fm - 2
(N/mm2);
b) il valore minimo della resistenza
unitaria del singolo campione.
Per le caratteristiche fisiche
(coefficiente di dilatazione termica e valore di dilatazione per
umidità) si intende invece che tutti i campioni provati debbano dare
valori rispettanti i limiti indicati nella normativa (punto 7.1.3.2.
della Parte I).
b) Metodi di prova.
1) Le resistenze in
direzione dei fori di cui al punto 7.1.3.2. dovranno essere
determinate mediante prove a compressione.
Il carico dovrà agire
nella direzione dei fori e la dimensione del provino, misurata
secondo tale direzione, dovrà essere pari all'altezza (dimensione
dell'elemento in direzione perpendicolare al piano della struttura)
del blocco, o superarla al massimo del 60%. Se necessario, si
procederà al taglio del blocco stesso.
Qualora si operi su
blocchi la cui larghezza ecceda i 40 cm, ciascun elemento verrà
suddiviso in due parti eguali e simmetriche mediante un taglio
parallelo alla direzione dei fori; le porzioni in aggetto dei setti
dovranno essere eliminate. La resistenza del blocco si otterrà
mediando i risultati ottenuti dalle prove sui due semiblocchi.
Le
facce normali alla direzione del carico, se non preventivamente
spianate con una smerigliatrice, dovranno essere corrette con un
foglio di piombo dello spessore di 1 mm interposto tra il piatto
della pressa e la faccia del blocco.
2) Per la verifica della
resistenza in direzione trasversale ai fori si procederà mediante lo
schiacciamento di campioni costituiti da coppie di laterizi
associati sui lati da una malta di gesso di spianatura (prova
siamese) dello spessore massimo di 2 cm.
Il carico agirà in
direzione ortogonale ai fori e le modalità della campionatura
saranno simili a quelle riportate nel precedente punto 1).
3) La
determinazione del valore del modulo elastico del laterizio avverrà
nel corso delle prove di cui in b) 1. procedendo al carico e
scarico successivo del sistema passando dal 20 al 40% del valore
minimo presuntivo di rottura, leggendo le deformazioni medie del
sistema (nella fase di scarico) tramite 4 flessimetri disposti sugli
spigoli della piastra di prova.
4) La resistenza a trazione per
flessione verrà determinata su campioni, ricavati dai blocchi
mediante opportuno taglio, di dimensioni minime di 30 x 120 x
spessore, in millimetri.
5) Le prove di punzonamento di cui al
punto 7.1.3.2. dovranno avvenire secondo le seguenti modalità di
prova.
Il blocco viene posato orizzontalmente su due appoggi
costituiti da due tondi in acciaio, del diametro di 20 mm, con
modalità analoghe a quelle che si verificano nel corso della posa in
opera prima del getto del calcestruzzo.
Il carico viene applicato
interponendo una piastra di legno duro avente le dimensioni di 5 x 5
cm in mezzeria.
Il carico viene fatto crescere progressivamente
fino a rottura. 6) Il coefficiente di dilatazione lineare verrà
determinato per un salto termico tra 70 °C e 20 °C in ambiente con
UR 25% a 70 °C su almeno 3 campioni di dimensioni minime come
descritto nel punto 4. Si assumerà come valore di riferimento il
minore dei valori trovati.
7) Il valore di dilatazione per
umidità verrà misurato su almeno 4 campioni di dimensioni minime
come descritte nel punto 4. La misura avverrà con le seguenti
modalità.
Essiccare i provini per 24 ore a 70 °C; raffreddarli a
20 °C e 65% UR; eseguire due misure a distanza di 3 ore; immergere i
provini in acqua a 20 °C per 90 giorni; togliere, asciugare e
condizionare i provini a 20 °C e 65% UR per 3 ore; eseguire due
misure a distanza di 3 ore.
L'inizio della prova dovrà avvenire
di regola entro 30 giorni dall'ultimazione del processo produttivo
del laterizio.
Il valore di riferimento si ottiene come media dei
tre valori minori ottenuti avendo quindi escluso il valore
massimo.
Allegato 8
CONTROLLI SU ACCIAIO DA COSTRUZIONE
1. Generalità.
Tutti i prodotti
debbono essere sottoposti a prove di qualificazione secondo le
modalità del successivo punto 2.
La qualificazione deve essere
riferita separatamente ad ogni singolo stabilimento produttore
dell'Azienda fornitrice.
I prodotti assoggettabili al
procedimento di qualificazione sono, suddivisi per gamma
merceologica, i seguenti:
- laminati mercantili, travi ad ali
parallele del tipo IPE e HE, travi a I e profilati a U;
- lamiere
e nastri, travi saldate e profilati aperti saldati;
- profilati
cavi circolari, quadrati o rettangolari senza saldature o
saldati.
L'impiego di acciai diversi dai tipi Fe 360, Fe 430 ed
Fe 510, quali ad esempio acciai ad alta resistenza, acciai
inossidabili, microlegati, speciali, è ammesso con le condizioni
indicate al secondo capoverso del punto 2.0 della Parte II.
Gli
adempimenti di cui al successivo punto 2 si applicano anche ai
prodotti provenienti dall'estero.
Per prodotti provenienti da
Paesi della Comunità economica europea nei quali sia in vigore una
certificazione di idoneità tecnica riconosciuta dalle rispettive
Autorità competenti, l'Azienda produttiva potrà, in alternativa a
quanto previsto al primo comma, inoltrare al Ministero dei lavori
pubblici, Servizio tecnico centrale domanda intesa ad ottenere il
riconoscimento dell'equivalenza della procedura adottata nel Paese
di origine, depositando contestualmente la relativa documentazione
per i prodotti da fornire con il corrispondente
marchio.
L'equivalenza della procedura di cui al comma precedente
è sancita con decreto del Ministero dei lavori pubblici sentito il
Consiglio superiore dei lavori pubblici.
2. Modalità di qualificazione.
I
produttori per qualificare la loro produzione devono sottoporsi agli
adempimenti qui di seguito specificati, e produrre la documentazione
relativa al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale, che ne cura il deposito:
- dimostrazione dell'idoneità
del processo produttivo;
- controllo continuo interno di qualità
della produzione condotto su basi probabilistiche;
- verifica
periodica della qualità da parte dei Laboratori Ufficiali.
Sono
prodotti qualificabili sia quelli raggruppabili per colata che
quelli per lotti di produzione (1).
Ai fini delle prove di
qualificazione e di controllo (vedere punto 2.2.), i prodotti
nell'ambito di ciascuna gamma merceologica di cui al punto 1., sono
raggruppabili per gamme di spessori così come definito nelle norme
UNI EN 10025 (febbraio 1992), UNI 7806 (dicembre 1979) e UNI 7810
(dicembre 1979).
Sempre agli stessi fini, sono raggruppabili
anche i diversi gradi di acciai (B, C, D, DD; vedere Parte II,
prospetti 1-II e 2- II), sempreché siano garantite per tutti le
caratteristiche del grado superiore del raggruppamento.
Tutte le
forniture debbono essere accompagnate da apposita documentazione
(vedere punto 2.5.).
2.1. DIMOSTRAZIONE DELL'IDONEITA' DEL PROCESSO
PRODUTTIVO.
Il produttore, limitatamente alle gamme
merceologiche indicate al punto 1., e per ogni singolo stabilimento,
dovrà presentare apposita documentazione al Ministero dei lavori
pubblici, Servizio tecnico centrale, che notifica al produttore
l'avvenuto deposito ed accerta la validità e la rispondenza della
documentazione stessa anche attraverso sopralluoghi, rilasciando
apposito attestato, precisando:
- il tipo di prodotti (dimensioni
e qualità);
- le condizioni generali della fabbricazione o
dell'approvvigionamento dell'acciaio o del prodotto intermedio;
-
la descrizione degli impianti di laminazione;
- le modalità di
marchiatura che consentono l'individuazione del prodotto da
effettuarsi secondo le procedure del punto 2.5.;
-
l'organizzazione del controllo interno di qualità;
- i
responsabili aziendali incaricati della firma dei certificati;
-
il Laboratorio Ufficiale responsabile delle prove di controllo;
-
dichiarazione che il servizio di controllo interno delle qualità
sovraintende ai controlli di produzione e che esso è indipendente
dai servizi di produzione.
PROSPETTO
1
n |
k |
n |
k |
10 |
2,91 |
40 |
2,13 |
11 |
2,82 |
45 |
2,09 |
12 |
2,74 |
50 |
2,07 |
13 |
2,67 |
60 |
2,02 |
14 |
2,61 |
70 |
1,99 |
15 |
2,57 |
80 |
1,97 |
16 |
2,52 |
90 |
1,94 |
17 |
2,49 |
100 |
1,93 |
18 |
2,45 |
150 |
1,87 |
19 |
2,42 |
200 |
1,84 |
20 |
2,40 |
250 |
1,81 |
22 |
2,35 |
300 |
1,80 |
24 |
2,31 |
400 |
1,78 |
25 |
2,29 |
500 |
1,76 |
30 |
2,22 |
1.000 |
1,73 |
35 |
2,17 |
|
1,64 |
________________________
(1) Un
lotto di produzione è costituito da un quantitativo di 40 t, o
frazione residua, per ogni profilo, qualità e gamma di spessore,
senza alcun riferimento alle colate che sono state utilizzate per la
loro fabbricazione. Per quanto riguarda i profilati cavi, il lotto
di produzione corrisponde all'unità di collaudo come definita dalle
norme UNI 7086 e 7810 (dicembre 1979) in base al numero dei
pezzi.
Il
produttore deve inoltre produrre una idonea documentazione sulle
caratteristiche chimiche e meccaniche riscontrate per quelle qualità
e per quei prodotti che intende qualificare.
La documentazione
deve essere riferita ad una produzione consecutiva relativa ad un
periodo di tempo di almeno sei mesi e ad un quantitativo di prodotti
tale da fornire un quadro statisticamente significativo della
produzione stessa e comunque o 2.000 t oppure ad un numero di colate o di lotti
25.
Tale documentazione di prova deve basarsi sui dati
sperimentali rilevati dal produttore, integrati dai dati di
certificati di Laboratori Ufficiali, incaricati dal produttore
stesso; le prove del Laboratorio Ufficiale devono riferirsi a
ciascun tipo di prodotto, inteso individuato da gamma merceologica,
classe di spessore e qualità di acciaio, ed essere relative al
rilievo dei valori caratteristici; per ciascun tipo verranno
eseguite almeno 30 prove su saggi appositamente prelevati.
La
documentazione del complesso delle prove meccaniche deve essere
elaborata in forma statistica calcolando, per lo snervamento e la
resistenza a rottura, il valore medio, lo scarto quadratico medio e
il relativo valore caratteristico delle corrispondenti distribuzioni
di frequenza.
Il valore
caratteristico è il frattile di ordine 0,05 della rispettiva
distribuzione statistica calcolato mediante
l'espressione:
dove:
fm = media aritmetica degli
n risultati sperimentali;
s = scarto quadratico
medio degli stessi;
k = fattore funzione del numero di
risultati sperimentali associato alla percentuale della popolazione
pari al 95% e alla formulazione di rischio del tipo con con protezione unilaterale (prospetto I).
I singoli
risultati sperimentali ed i valori caratteristici così calcolati
devono rispettare le limitazioni riportate nei citati prospetti 1-II
e 2-II per le tensioni di snervamento e di rottura mentre per
l'allungamento percentuale e la resilienza vale il criterio del
minimo tabellare.
Il Ministero, ricevuta la documentazione, darà
atto al produttore dell'avvenuto deposito.
2.2. CONTROLLO CONTINUO DELLA QUALITA' DELLA
PRODUZIONE.
Il servizio di controllo interno della qualità
dello stabilimento produttore deve predisporre un'accurata procedura
atta a mantenere sotto controllo con continuità tutto il ciclo
produttivo.
In particolare, per quanto riguarda i prodotti
finiti, deve procedere ad un rilevazione di tutte le caratteristiche
chimiche e meccaniche previste ai punti 2.1. e 2.3. della Parte
Seconda.
La rilevazione dei dati di cui sopra deve essere
ordinata cronologicamente su appositi registri distinti per qualità,
per prodotto (o gruppi di prodotti come sopra indicato) e per gamme
di spessori, come specificato nella norma di prodotto.
Per ogni
colata, o per ogni lotto di produzione, contraddistinti dal proprio
numero di riferimento, viene prelevato dal prodotto finito un saggio
per colata e comunque un saggio ogni 80 t oppure un saggio
per lotto e comunque un saggio ogni 40 t o frazione; per
quanto riguarda i profilati cavi, il lotto di produzione è definito
dalle relative norme UNI di prodotto, in base al numero dei
pezzi.
Dai saggi di cui sopra verranno ricavati i provini per la
determinazione delle caratteristiche chimiche e meccaniche previste
dalle norme UNI EN 10025 (febbraio 1992), UNI 7806 (dicembre 1979) e
UNI 7810 (dicembre 1979), rilevando il quantitativo in tonnellate di
prodotto finito cui la prova si riferisce.
Per quanto concerne
fy e ft, i dati
singoli raccolti, suddivisi per qualità e prodotti (secondo le gamme
dimensionali) vengono riportati su idonei diagrammi per consentire
di valutare statisticamente nel tempo i risultati della produzione
rispetto alle prescrizioni delle presenti norme tecniche.
I
restanti dati relativi alle caratteristiche chimiche, di resilienza
e di allungamento vengono raccolti in tabelle e conservati, dopo
averne verificato la rispondenza alle norme EN 10025 (marzo 1990),
7806 (dicembre 1979) e UNI 7810 (dicembre 1979) per quanto concerne
le caratteristiche chimiche e alle prescrizioni di cui ai prospetti
1-II e 2-II, per quanto concerne resilienza e allungamento.
E'
cura e responsabilità del produttore individuare, a livello di
colata o di lotto di produzione, gli eventuali risultati anomali che
portano fuori limiti la produzione e di provvedere ad ovviarne le
cause. I diagrammi sopra indicati devono riportare gli eventuali
dati anomali.
I prodotti non conformi devono essere deviati ad
altri impieghi, previa punzonatura di annullamento, e tenendone
esplicita nota nei registri.
La documentazione raccolta presso il
controllo interno di qualità dello stabilimento produttore deve
essere conservata a cura del produttore.
Lo stabilimento
produttore è autorizzato alla spedizione del prodotto che dovrà
essere marchiato in conformità a quanto precisato nella
documentazione di deposito al Ministero dei lavori pubblici,
Servizio tecnico centrale, accompagnato dal certificato di collaudo
interno (vedere punto 2.6.) firmato dal responsabile del servizio di
controllo di qualità riportante gli estremi della certificazione di
deposito rilasciata dal Ministero.
2.3. VERIFICA PERIODICA DELLA QUALITA' DA PARTE DEI
LABORATORI UFFICIALI.
Il Laboratorio Ufficiale, incaricato
a ciò dal produttore, effettuerà periodicamente a sua discrezione,
almeno ogni sei mesi, una visita presso lo stabilimento produttore
nel corso della quale su tre tipi di prodotto, scelti di volta in
volta tra qualità di acciaio, gamma merceologica e classe di
spessore, effettuerà per ciascun tipo (o presso il laboratorio del
produttore o presso il Laboratorio Ufficiale stesso) non meno di 30
prove a trazione su provette ricavate sia da saggi prelevati
direttamente dai prodotti sia da saggi appositamente accantonati dal
produttore in numero di almeno 2 per colata o lotto di produzione,
relativa alla produzione intercorsa dalla visita
precedente.
Inoltre il laboratorio effettuerà le altre prove
previste (resilienza e analisi chimiche) sperimentando su provini
ricavati da 3 campioni per ciascun tipo sopraddetto.
Il
Laboratorio Ufficiale elaborerà in forma statistica i risultati
delle prove di trazione per ciascuno dei tre gruppi, utilizzando per
il controllo di accettazione l'espressione
fm-1,25
del corrispondente valore di cui al prospetto 1-II e 2-II della
Parte Seconda. Inoltre verrà controllato che i singoli risultati
sperimentali per le tensioni di snervamento e di rottura rispettino
le limitazioni riportate nei prospetti 1-II e 2-II e che i
coefficienti di variazione percentuale dello snervamento (rapporto
tra scarto quadratico medio e media aritmetica) risultino inferiori
rispettivamente al 9% per l'acciaio Fe 360, all'8% per l'acciaio Fe
430 e al 7% per l'acciaio Fe 510.
Infine si controllerà che siano
rispettati i valori minimi prescritti per la resilienza e quelli
massimi per le analisi chimiche.
Nel caso che i risultati delle
prove siano tali per cui viene accertato che i limiti prescritti non
siano rispettati, vengono prelevati altri saggi (nello stesso
numero) e ripetute le prove.
Ove i risultati delle prove, dopo
ripetizione, fossero ancora insoddisfacenti, il laboratorio
ufficiale incaricato del controllo sospenderà le verifiche della
qualità dandone comunicazione al Ministero dei lavori pubblici,
Servizio tecnico centrale e ripeterà la qualificazione dopo che il
produttore avrà ovviato alle cause che avevano dato luogo al
risultato insoddisfacente.
Per quanto concerne le prove di
verifica periodica della qualità per gli acciai di cui al punto 1.,
quarto capoverso del presente allegato, con snervamento o resistenza
inferiori al tipo Fe 360, si utilizza un coefficiente di variazione
pari a 9%. Per gli acciai con caratteristiche comprese tra i tipi Fe
360 ed Fe 510 si utilizza un coefficiente di variazione pari all'8%.
Per gli acciai con snervamento o rottura superiore al tipo Fe 510 si
utilizza un coefficiente di variazione pari al 6%.
Per tali
acciai la qualificazione è ammessa anche nel caso di produzione non
continua nell'ultimo semestre ed anche nei casi in cui i
quantitativi minimi previsti non siano rispettati, permanendo tutte
le altre regole relative alla qualificazione.
Una volta l'anno il
produttore è tenuto ad inviare al Ministero dei lavori pubblici,
Servizio tecnico centrale, la seguente documentazione:
a)
una dichiarazione attestante la permanenza delle condizioni iniziali
di idoneità del processo produttivo e dell'organizzazione del
controllo interno di qualità, o le eventuali modifiche;
b)
le tabelle contenenti i singoli risultati dei controlli eseguiti in
merito alle caratteristiche meccaniche e chimiche;
c)
l'elaborazione statistica dei controlli interni eseguiti nell'ultimo
anno, per ciascun tipo di prodotto, da cui risulti il quantitativo
di produzione e il numero delle prove;
d) i risultati dei
controlli eseguiti dal Laboratorio Ufficiale (certificati e loro
elaborazione) per le prove meccaniche e chimiche;
e) la
dichiarazione che attesta la conformità statistica, secondo una
metodologia che deve essere dichiarata, delle verifiche di cui ai
punti c) e d) con le prescrizioni di cui ai prospetti
1-II e 2-II della Parte Seconda e la dichiarazione di rispetto delle
prescrizioni relative alla resilienza, allungamento e analisi
chimica.
Il mancato rispetto delle sopra indicate condizioni,
accertato anche attraverso sopralluoghi, può comportare la decadenza
della qualificazione.
2.4. CONTROLLI SU SINGOLE COLATE.
Negli
stabilimenti soggetti a controlli sistematici di cui al precedente
punto 2.3., i produttori potranno richiedere di loro iniziativa di
sottoporsi a controlli, eseguiti a cura di un Laboratorio Ufficiale,
su singole colate di quei prodotti che, per ragioni produttive, non
possono ancora rispettare le condizioni quantitative minime (vedere
punto 2.1.) per qualificarsi.
Le prove da effettuare sono quelle
relative alle UNI EN 10025 (febbraio 1992), UNI 7810 (dicembre 1979)
e UNI 7806 (dicembre 1979) ed i valori da rispettare sono quelli di
cui ai prospetti 1-II e 2-II della Parte II.
2.5. MARCHIATURA PER IDENTIFICAZIONE.
Il
produttore deve procedere ad una marchiatura del prodotto fornito
dalla quale risulti in modo inequivocabile il riferimento
dell'azienda produttrice, allo stabilimento, al tipo di acciaio e al
grado qualitativo.
Considerata la diversa natura, forma e
dimensione dei prodotti, le caratteristiche degli impianti per la
loro fabbricazione, nonché la possibilità di fornitura sia in pezzi
singoli sia in fasci, differenti potranno essere i sistemi di
marchiatura adottati, quali ad esempio l'impressione sui cilindri di
laminazione, la punzonatura a caldo e a freddo, la stampigliatura a
vernice, la targhettatura, la sigillatura dei fasci e
altri.
Tenendo presente che l'elemento determinante della
marchiatura è costituito dalla sua inalterabilità nel tempo, dalla
impossibilità di manomissione, il produttore deve rispettare le
modalità di marchiatura denunciate nella sua documentazione
presentata al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale, come precisato al punto 2.1. e deve comunicare
tempestivamente eventuali modifiche apportate.
La mancata
marchiatura e la sua illeggibilità anche parziale rende il prodotto
non impiegabile.
Qualora, sia presso gli utilizzatori, sia presso
i commercianti, l'unità marchiata (pezzo singolo o fascio) venga
scorporata, per cui una parte, o il tutto, viene a perdere
l'originale marchiatura del produttore è responsabilità sia degli
utilizzatori sia dei commercianti documentare la provenienza del
materiale e gli estremi del deposito del marchio presso il Ministero
dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale.
2.6. DOCUMENTAZIONE DI ACCOMPAGNAMENTO DELLE
FORNITURE.
Il produttore è tenuto ad accompagnare ogni
fornitura con:
- certificato di collaudo secondo UNI EN 10204
(dicembre 1992);
- dichiarazione che il prodotto è qualificato ai
sensi delle presenti norme tecniche, e di aver soddisfatto tutte le
relative prescrizioni, riportando gli estremi del marchio e unendo
copia del relativo certificato del Laboratorio Ufficiale.
3. Controlli in officina o in
cantiere.
Il controllo in officina di fabbricazione o
in cantiere sarà effettuato dal direttore dei lavori o, in sua
mancanza all'atto delle lavorazioni, dal tecnico responsabile della
fabbricazione, che assume a tale riguardo le responsabilità
attribuite dalla legge al direttore dei lavori. In questo secondo
caso la relativa documentazione sarà trasmessa al direttore dei
lavori prima della messa in opera. La frequenza dei prelievi è
stabilita dal direttore dei lavori o, in sua mancanza all'atto della
lavorazione, dal tecnico responsabile della fabbricazione, in
relazione all'importanza dell'opera.
I dati sperimentali ottenuti
dovranno soddisfare le prescrizioni di cui ai prospetti 1-II e 2-II
della parte 2ª per quanto concerne l'allungamento e la resilienza,
nonché delle norme UNI EN 10025 (febbraio 1992), UNI 7810 (dicembre
1979) e 7806 (dicembre 1979) per le caratteristiche
chimiche.
Ogni singolo valore della tensione di snervamento e di
rottura non dovrà risultare inferiore ai limiti tabellari (prospetti
1-II e 2-II) per più di
|
|
Fe
360 |
Fe
430 |
Fe
510 |
Tensioni di rottura a trazione |
N/mm2 |
15 |
18 |
22 |
Tensioni di snervamento |
N/mm2 |
10 |
12 |
15 |
I
certificati relativi alle prove (meccaniche) degli acciai devono
riportare l'indicazione del marchio identificativo di cui al
precedente punto 2.5., rilevato a cura del Laboratorio incaricato
dei controlli, sui campioni da sottoporre a prove. Ove i campioni
fossero sprovvisti di tale marchio, oppure il marchio non dovesse
rientrare fra quelli depositati presso il Ministero dei lavori
pubblici, Servizio tecnico centrale, dovrà essere riportata
specifica annotazione sul certificato di
prova.